Lo Smart Working in Ducati Corse
L’ORGANIZZAZIONE
Fondata nel 1926, Ducati è una casa motociclistica italiana con sede a Bologna, nel quartiere di Borgo Panigale. Ducati opera a livello internazionale, distribuendo i propri prodotti e servizi in oltre 90 Paesi nel mondo. Il marchio è impegnato in forma ufficiale nel Campionato Mondiale MotoGP, dove ha conseguito il terzo Titolo Costruttori nella stagione 2021, e nel Campionato Mondiale Superbike. L’azienda conta oltre 1800 dipendenti nel mondo, di cui 1300 nell’HQ italiano e 25 impiegati nelle attività di pista.
LE ESIGENZE
Ducati ha inizialmente introdotto lo Smart Working prima della pandemia, con l’obiettivo di fornire maggiore flessibilità e autonomia al personale amministrativo dell’Head Quarter.
In seguito, durante il periodo emergenziale, la priorità è stata quella di coniugare la sicurezza dei dipendenti con la continuità del business, trovando soluzioni innovative che permettessero di mantenere inalterata la produttività, o che la migliorassero, considerando le regole e misure restrittive per la prevenzione del contagio.
LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA
Una prima sperimentazione di Smart Working è stata avviata nel 2019 su circa 60 lavoratori con profili amministrativi. La policy prevedeva la possibilità di svolgere uno o due giorni fuori sede, con una flessibilità oraria che prevedeva la possibilità di lavorare tra le 7 e le 22, garantendo 4 ore in fascia standard per favorire il coordinamento tra i colleghi.
In seguito alla pandemia, il lavoro da remoto è stato esteso a tutta la popolazione aziendale con funzioni amministrative e ha coinvolto anche nuove figure con funzioni tecniche quali ingegneri e progettisti, escludendo di fatto solo gli operatori meccanici, la cui presenza in loco è fondamentale. Inoltre, grazie all’impiego di sofisticate tecnologie è stato possibile coinvolgere a distanza parte del personale di gara impiegato nei box. Nel complesso, nel 2021 l’80% del personale di sede e il 35% del personale di gara ha svolto attività da remoto.
Attualmente non è ancora stata definita una policy per lo Smart Working a regime e viene data la massima flessibilità ai dipendenti, anche in virtù delle ottime performance raggiunte nel corso degli ultimi due anni dall’azienda. Per questo alcuni dipendenti (specialmente alcune figure tecniche come ingegneri, calcolisti e analisti) lavorano principalmente da remoto, anche in zone distanti dalla sede ad esempio nelle regioni d’origine, frequentando sporadicamente gli uffici.
La transizione verso questa modalità di lavoro e l’estensione dello Smart Working a figure che prima non ne avevano accesso è stata possibile grazie a una serie di iniziative tecnologiche realizzate in collaborazione con il partner Lenovo.
In primo luogo, è stata fornita una nuova dotazione di postazioni mobili (tablet, pc e workstation mobile ) a tutti i dipartimenti e alla quasi totalità dei dipendenti operanti negli
uffici, garantendo la possibilità di accedere alle proprie postazioni fisse anche da remoto, assicurando la sicurezza e l’integrità dei dati e contribuendo ad aumentare ulteriormente la produttività, la coordinazione e la mobilità delle risorse. . In base alle diverse figure professionali è stato assegnato il dispositivo mobile più adatto alle relative esigenze; il top management, ad esempio, si affida a innovativi PC pieghevoli, per godere del massimo
della produttività e della mobilità, mentre i progettisti possono usufruire delle workstation per la progettazione e lo sviluppo tramite software CAD.
Inoltre sono stati adottati nuovi edge server per supportare la connettività e l’elaborazione di analisi avanzate. In particolare, i server scelti non solo permettono di potenziare notevolmente le capacità di calcolo, essendo in grado di gestire una notevole mole di dati, ma sono caratterizzati da un design estremamente compatto, versatile e facilmente trasportabile, che consente di accedere alle capacità di calcolo e alle funzionalità di AI ovunque ci si trovi. Grazie a questo sistema, durante ogni weekend di gara è possibile elaborare in tempo reale, anche da remoto, circa 15GB di dati per ciascuna moto e produrre insight personalizzati per ogni pilota utili per prendere decisioni rapide e ragionate. Infine, i tool di sicurezza integrati nel dispositivo abilitano la crittografia automatica dei dati in caso di manomissione, proteggendo la proprietà intellettuale di Ducati e impedendo fughe di dati.
Sempre a livello di server è stata introdotta una nuova tecnologia HPC (High-Performance Computing) che ha permesso un ulteriore semplificazione e velocizzazione dell’analisi dei dati relativi all’aerodinamica, alla fluidodinamica e agli stress test. Ciò ha consentito all’azienda di eseguire un superiore numero di simulazioni, ottenendo risultati sempre più precisi, migliorando molto più rapidamente le performance dei prodotti.
In particolare, l’utilizzo delle tecnologie sopra citate trova la sua massima espressione nel progetto di Remote Garage. L’iniziativa nasce dall’esigenza di dover ridimensionare il numero di addetti in pista, per via delle restrizioni sanitarie, ma senza avere ripercussioni sul livello di produttività della squadra. Il personale da remoto è dotato di adeguate tecno logie hardware e software in grado di accedere ed elaborare in tempo reale i dati forniti da sensori e apparecchiature in pista; essendo in diretta comunicazione radio con il personale tecnico in gara, possono riportare dati e considerazioni utili per prendere decisioni più ponderate e veloci. Grazie alla nuova capacità computazionale è possibile consultare una mole di dati più consistente, andando dunque a ridurre le possibili incertezze e migliorando quindi le prestazioni e la sicurezza dei veicoli stessi. Il progetto ha dunque riscosso notevole successo, consentendo a Ducati Corse di vincere il titolo mondiale costruttori, nonostante le difficoltà del periodo emergenziale.
Da ultimo è in fase di sperimentazione l’utilizzo di sofisticati sistemi di realtà aumentata per il miglioramento delle operazioni di supporto post-vendita, ricerca e sviluppo e Test room. Grazie a questa tecnologia gli ingegneri possono guidare da remoto gli operatori durante le attività di manutenzione, testing e assemblaggio del motore, basandosi non solo su dati scritti o riportati dal tecnico, ma anche sull’osservazione diretta dell’oggetto in più dimensioni.
Per quanto riguarda gli spazi di lavoro, Ducati si è impegnata a potenziare le postazioni di video-conferenza nella sede, così come in pista. Per adattarsi alle nuove modalità di lavoro, nella sede principale si stanno valutando e attuando delle politiche di desk sharing, dando la possibilità ai dipendenti di prenotare una postazione a rotazione.
Per supportare l’adozione delle nuove tecnologie e del nuovo modo di lavorare, Ducati ha avviato dei corsi di formazione sia per potenziare le conoscenze tecniche dei nuovi software impiegati, sia per sensibilizzare i dipendenti sul trattamento dei dati confidenziali e sulla sicurezza degli stessi.
Seppur di successo, il percorso non è stato privo di alcuni ostacoli, in particolare durante le prime fasi dell’emergenza pandemica, durante le quali è stato necessario ridisegnare tempestivamente l’intera infrastruttura e aumentarne la potenza di calcolo per supportare il lavoro da remoto. In seguito alla riapertura degli uffici, Ducati intende ora promuovere un maggior equilibrio tra lavoro da remoto e in presenza, favorendo i momenti di socialità e condivisione tra colleghi.
I BENEFICI
I benefici derivanti dalle molteplici innovazioni introdotte non riguardano solo le performance tecniche dei prodotti, che hanno subito un notevole miglioramento, ma anche le performance economiche aziendali. Dal punto di vista economico, il vantaggio in termini di riduzione dei costi è stato consistente; infatti, grazie alla possibilità di accedere, elaborare e fornire informazioni a distanza in tempo reale, il numero di personale in trasferta è
diminuito, con conseguente risparmio legato alle spese di viaggio e permanenza.
Inoltre, dal punto di vista dei lavoratori, lo Smart Working ha permesso di conciliare maggiormente la vita lavorativa con quella privata, riducendo i tempi di spostamento verso la sede, e di incrementare la sicurezza sul lavoro.
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Martina Vertemati
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