“Dal lavoro agile al distretto Trentino Intelligente”: lo Smart Working nella Provincia Autonoma di Trento come motore di innovazione per il territorio
L’ORGANIZZAZIONE
La Provincia Autonoma di Trento è un ente territoriale autonomo, che conta un numero di dipendenti pari a circa 4000.
LE ESIGENZE
L’ente, mettendo a fattor comune le esperienze precedenti legate all’introduzione di modalità di lavoro a distanza per i propri dipendenti, ha incentivato l’utilizzo del lavoro agile sull’intero territorio provinciale, coinvolgendo organizzazioni pubbliche e private, al fine di promuovere il miglioramento delle performance dei lavoratori e della qualità dei servizi erogati, oltre a uno sviluppo territoriale sostenibile. Per la realizzazione del progetto, si è posta l’attenzione sia sul bilanciamento tra lavoro e vita privata dei lavoratori, focalizzandosi sul benessere del singolo dipendente sia sugli effetti che la soddisfazione del singolo può avere sulla performance organizzativa. Inoltre, il progetto prevede azioni per il potenziamento dell’infrastruttura tecnologica, la digitalizzazione dei processi e la revisione degli spazi di lavoro in accezione smart, per ampliare, nell’ottica dell’innovazione, i canali fisici e digitali di interazione con tutto il territorio.
LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA
La Provincia Autonoma di Trento ha avviato le prime sperimentazioni sul telelavoro nel 2012, con il progetto TelePAT 2.0, dando la possibilità a tutte le figure dell’amministrazione di fare richiesta per accedere a questa modalità di lavoro, predisponendo una graduatoria per definire i criteri di priorità per l’accesso (presenza di figli, lontananza dalle sedi di lavoro, necessità di salute…). Nel 2015, (anno in cui è stato stipulato un apposito accordo sullo smart working con le organizzazioni sindacali) è stata avviata una prima sperimentazione di Smart Working, definendo un regolamento e delineando la platea di lavoratori che poteva lavorare in questa modalità. Prima della pandemia, la Provincia Autonoma di Trento contava in totale 474 smart worker (suddivisi tra telelavoratori domiciliari, lavoratori da telecentro, funzionari in lavoro agile e manager in lavoro mobile), che potevano lavorare da remoto per un massimo di due giorni a settimana. Nelle giornate di lavoro da remoto, non era prevista l’erogazione del buono pasto e il riconoscimento del lavoro straordinario. Con l’emergenza sanitaria, tale numero è cresciuto fino a raggiungere l’intera popolazione aziendale con mansioni compatibili, escludendo di fatto solo coloro che svolgono mansioni che richiedono la presenza fisica (operai, vigili del fuoco, forestali e servizi generali), coinvolgendo quasi 3.000 persone, che hanno avuto la possibilità di lavorare da casa nel periodo emergenziale. Il knowhow acquisito grazie alle sperimentazioni precedenti alla pandemia, unitamente alla pre-esistente disponibilità di strumenti di collaborazione, hanno permesso alla Provincia di non avere impatti negativi sulla performance e la produttività dei dipendenti, tutelandone allo stesso tempo la salute. Per i dipendenti che hanno lavorato per la prima volta da remoto in emergenza, circa 2.600, è stata data la possibilità di utilizzare le proprie dotazioni informatiche e reti di connessione, usufruendo dell’accesso alla VPN aziendale per poter garantire l’erogazione dei servizi in modo sicuro ed efficiente ed è stato avviato un percorso formativo di supporto. Con l’attuale miglioramento della situazione emergenziale, la presenza in sede è prevista al 50%, percentuale gradualmente aumentata in relazione al miglioramento della situazione sanitaria, in attesa della regolamentazione specifica dell’istituto al termine della pandemia. Le conoscenze e la consapevolezza acquisite durante il periodo emergenziale, stanno portando l’ente a rivedere il proprio modello di Smart Working non solo in un’ottica di innovazione organizzativa, ma anche soprattutto come driver di innovazione socio-economica. Il cambiamento dei paradigmi di lavoro può, infatti, avere degli impatti non solo sull’organizzazione, che diventa più agile, ma anche a livello complessivo territoriale, in quanto interconnessa alle realtà del territorio. Il 22 dicembre 2020 è stato quindi approvato l’Atto di indirizzo volto all’approvazione del Piano strategico per la promozione del lavoro agile con il quale è stato avviato il progetto “Dal lavoro agile al distretto Trentino Intelligente”. Il fine del progetto è quello di creare, anche partendo dall’esperienza dell’ente Provincia, un Piano strategico di legislatura per la promozione del lavoro agile presso tutti i datori di lavoro pubblici e privati, con l’obiettivo di realizzare una strategia complessiva, non basata sulla singola organizzazione ma che tenga conto di tutte le realtà organizzative del territorio provinciale. Il progetto ha avuto inizio con l’approvazione da parte della Giunta provinciale della delibera n. 2236 avente ad oggetto “Atto di indirizzo politico-amministrativo recante criteri e modalità per la promozione del lavoro agile, mediante un Piano strategico di legislatura, presso i datori di lavoro pubblici e privati della provincia di Trento”. A tale approvazione ha fatto seguito la creazione di tre tavoli di lavoro, composti da stakeholder territoriali pubblici e privati, sulle tre macroaree individuate quali fattori abilitanti per lo Smart Working: personale e organizzazione, trasformazione digitale e logistica e spazi fisici, per la creazione di standard condivisi per la diffusione del lavoro agile. Il Piano tratterà anche l’impatto che questa modalità di lavoro avrà sul territorio in termini di sostenibilità ambientale, sociale, istituzionale e di produttività, coerentemente con quanto previsto dall’Agenda 2030. Le azioni e gli strumenti per raggiungere gli obiettivi del piano verranno adottati entro l’estate 2021. Con l’adozione del Piano strategico, si prevede di usufruire del lavoro agile nel triennio 2021-2023 per una percentuale compresa tra il 18% ed il 30% degli attuali occupati nel settore pubblico e privato. Si tratta di circa settantamila posizioni di lavoro con ruoli compatibili (quali dirigente, quadro, impiegato) e liberi professionisti. La possibilità di accesso allo Smart Working, partendo dalla valutazione delle attività effettivamente eseguibili a distanza, dovrà considerare le esigenze connesse alla performance organizzativa, nonchè le esigenze di conciliazione del dipendente. Per la gestione della fase post-pandemica altro tema fondamentale riguarda la fornitura dei device ai dipendenti e l’implementazione di percorsi formativi per l’incremento di competenze sia soft che hard. Dal punto di vista degli spazi di lavoro, il Piano mira anche a promuovere la creazione di co-working sul territorio, utilizzabili sia dai lavoratori privati che dai lavoratori pubblici, così come la rivisitazione degli uffici della Pubblica Amministrazione, favorendo il desk sharing e riprogettando il layout degli spazi secondo i principi di differenziazione, riconfigurabilità, abitabilità e intelligence, al fine di promuovere il benessere dei dipendenti. Inoltre, uno degli obiettivi principali del piano è lo sviluppo di policy HRM, compatibili con una cultura organizzativa più smart e un reale sviluppo del capitale umano, finalizzato a fornire una qualità maggiore dei servizi ai cittadini. A tal fine sono previste azioni interne all’amministrazione provinciale (che potrebbero trovare disseminazione sul territorio) per il potenziamento delle competenze e per l’innovazione, quali il progetto Novelty, attraverso il quale i dipendenti con forte propensione all’innovazione vengono coinvolti nell’individuazione delle procedure amministrative da riprogettare in forma semplificata e digitalizzata. Dalla realizzazione delle azioni previste dal Piano strategico, auspicabilmente, si arriverà alla costituzione del “Distretto Trentino intelligente” (Sono inoltre previste azioni esterne, tra cui la costituzione del “Distretto Trentino Intelligente”), che prevede la collaborazione tra organizzazioni pubbliche e private, permettendo ai vari attori sociali di dare il loro contributo e mettere a disposizione la loro conoscenza individuale e collettiva. Il Piano strategico rappresenta lo strumento principale per la Provincia per individuare i criteri attraverso i quali sarà possibile concedere azioni incentivanti e di stimolo ai privati per l’implementazione di piani di diffusione del lavoro agile e agire con direttive, accordi di programma e indirizzi sui datori di lavoro pubblici del territorio provinciale. Il Piano verrà inoltre utilizzato come base di partenza per la definizione di policy organizzative specifiche da parte delle organizzazio ni e conterrà delle linee guida sulla sicurezza dei luoghi dai quali viene svolta l’attività da remoto, che verranno validate dal Comitato Provinciale per la Sicurezza. Infine, il Piano prevede una sinergia con gli altri strumenti di pianificazione strategica, quali ad esempio il Piano Energetico Provinciale, la Smart Specialisation, il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, la programmazione europea 2021-2027 e l’Agenda 20301 1. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. ,, per poter misurare l’impatto dello Smart Working sul territorio.
I BENEFICI
Le prime sperimentazioni di Smart Working pre-pandemia avevano portato a molteplici risultati positivi, riassumibili in una netta diminuzione delle assenze, nel risparmio di tempo per il commuting per ciascun lavoratore (circa 11 ore al mese), nell’aumento della produttività, nel risparmio di circa 100 mila euro di buoni pasto non erogati e di 40 mila euro di straordinario, oltre ad una riduzione delle emissioni di CO2 equivalenti all’aver piantato 1.700 alberi. Durante la pandemia, è stato stimato un mantenimento dei livelli di produttività pari o addirittura in aumento rispetto al periodo pre-pandemico, misurato tramite survey interne realizzate durante l’emergenza sanitaria e proxy di output delle attività amministrative. Una rilevazione condotta durante il periodo emergenziale ha inoltre evidenziato che il 95% dei responsabili ritiene preziosa l’esperienza fatta di lavoro a distanza e il 93% valuta positivamente l’efficienza del lavoro dei propri collaboratori. I collaboratori ritengono invece preziosa (90%) ed efficiente (91%) per il loro lavoro l’esperienza fatta, nel mentre ritengono che la stessa abbia portato ad una maggior responsabilizzazione rispetto ad obiettivi e risultati (94%). Per poter misurare il benessere dei lavoratori in futuro, verranno eseguite delle ricerche relative al benessere organizzativo, la soddisfazione organizzativa e la soddisfazione dei customer esterni, da comparare con quelle precedentemente realizzate. Questa indagine permetterà di rilevare differenze nei risultati in un arco di tempo di circa 5 anni, permettendo di far emergere eventuali correlazioni tra il benessere del dipendente e quello organizzativo. Con l’approvazione e l’attuazione del Piano ci si aspetta che tali risultati positivi possano moltiplicarsi esponenzialmente grazie alla diffusione a livello territoriale del lavoro agile. Inoltre, il focus territoriale del Piano gli conferisce la possibilità produrre impatti duraturi e cambiamenti strutturali tramite la diffusione delle nuove modalità di lavoro, costituendo il “Distretto Trentino Intelligente”, nel quale compe titività e attrattività aumentano, mantenendo attenzione a coesione sociale, accessibilità e sostenibilità ambientale. Nonostante i molteplici benefici ottenuti e stimati per il futuro, si sono rilevate anche degli spazi di miglioramento principalmente in termini di digitalizzazione dei processi, di tecnologie, sia software che hardware, necessarie per lo svolgimento del proprio lavoro anche a distanza. È stata inoltre osservata una difficoltà evidente per le piccole realtà comunali nel fornire i servizi a distanza, essendo spesso preferite le erogazioni dei servizi in presenza da parte dei cittadini, i quali sfruttano questo momento per poter avere interazioni sociali.
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