Dallo Smart Working alla Smart Organisation in Cameo

L’ORGANIZZAZIONE  

Cameo è un’azienda alimentare specializzata in torte, budini e pizze. Presente in Italia da oltre ottant’anni, e conosciuta nel resto del mondo come Dr. Oetker, ha sede a Desenzano del Garda (BS) dove impiega circa 320 collaboratori. Pro­duce e distribuisce su tutto il territorio nazionale oltre 200 prodotti con i brand cameo e Paneangeli; tra quelli più noti, Ciobar, Muu Muu, Vitalis, Ristorante, Regina, Speedy Piz­za, Snack Friends. È nota soprattutto per i suoi preparati che aiutano milioni di persone a scoprire il piacere di fare, l’orgoglio di offrire e la gioia di condividere ricette gustose, in ogni momento della giornata, divertendosi in cucina, in modo semplice e con idee sempre nuove. Fin dall’inizio della sua storia, consapevole dell’importanza che il cibo riveste nelle vite dei consumatori, cameo è sempre stata fedele al suo purpose: unire le persone, offrendo loro il gusto di casa. Ed è proprio guidata dal suo purpose, Creiamo il gusto di casa, che l’azienda prepara la strada per un futuro sosteni­bile. La strategia, che prende forma nella Carta della Soste­nibilità, comprende tre diverse dimensioni: Our Food, Our World e Our Company. Quest’ultima riguarda da vicino tutti i collaboratori e definisce gli obiettivi per la creazione di un ambiente di lavoro diversificato, inclusivo, sicuro e stimolan­te, e l’impegno continuo per lo sviluppo di un forte senso di appartenenza.  

LE ESIGENZE  

L’obiettivo principale del progetto è di garantire alle persone una gestione ottimale della loro giornata di lavoro permet­tendo, grazie agli spazi, le tecnologie digitali e una revisione delle policy rispetto alla flessibilità di luogo, una miglior collaborazione e una più veloce e semplice condivisione delle informazioni.  

LA SOLUZIONE IMPLEMENTATA  

Il progetto di Smart Organisation in cameo è partito nel 2016 ed ha riguardato tutte le leve di progettazione: spazi fisici, tecnologie digitali e policy organizzative. L’iniziativa ha avuto sin dall’inizio il supporto della Direzione Generale e ha visto il coinvolgimento attivo di diverse funzioni azien­dali (HR, Tecnica, IT e Corporate Communication) ognuna per la propria area di competenza. Per facilitare il coordina­mento delle diverse fasi del progetto, sono stati creati dei sotto-progetti presidiati ciascuno da una di queste funzioni: change management (HR), ideazione e costruzione di un nuovo edificio (Tecnica), introduzione di nuove tecnologie e device (IT), comunicazione interna ed esterna del progetto (Corporate Communication). Ogni team si è avvalso della collaborazione di fornitori esterni specializzati e attivati in base alle esigenze specifiche.  La prima fase del progetto ha riguardato la costruzione della nuova sede “Campus cameo”1 che ha portato ad un aumento e a una diversificazione degli spazi di lavoro. Per facilitare l’adozione di un nuovo modo di lavorare nella sede sono state introdotte le figure dei “change agent”, collaboratori di diverse funzioni con la mission di supportare la gestione del cambiamento facendosi precursori di nuove modalità di lavoro. In tutto questo primo anno si è inoltre investito nel piano di comunicazione, non solo per informare i collabo­ratori, ma anche e soprattutto per ingaggiare e coinvolgere tutti gli stakeholder interni ed esterni. Nell’anno successivo, a seguito del completamento della nuova sede, le persone hanno iniziato a lavorare secondo le nuove modalità basate sull’utilizzo di open space, desk-sharing e spazi costruiti sulla logica dell’Activity Based Working, con salette dedicate a seconda delle attività da svolgere (meeting room, phone booth, informal room, social area, giardino, cafeteria, risto­rante aziendale e kitchenette ad ogni piano). All’interno del Campus sono anche state inserite delle tecnologie di suppor­to di un più efficace utilizzo degli spazi come gli strumenti per la prenotazione delle sale riunioni e degli spazi condivisi, gli altoparlanti per conference call e i dispositivi clickshare per proiezione su schermo nelle sale riunioni.  Nel 2018 cameo ha introdotto la possibilità di lavorare in Smart Working al di fuori degli spazi aziendali con un progetto pilota che ha coinvolto all’incirca 20 persone tra il personale di sede per 18 mesi. Durante questa fase di spe­rimentazione è stato stilato un regolamento e sono stati siglati degli accordi individuali per formalizzare l’iniziativa. Il regolamento prevedeva 3 giornate al mese di lavoro smart da svolgersi non necessariamente dal proprio domicilio ma da qualunque luogo a scelta del collaboratore, e con una fascia di operatività dalle 6 alle 22, permettendo dunque una gestione flessibile del lavoro e della giornata. Le persone che hanno scelto di aderire al progetto e i loro responsabili hanno seguito un percorso formativo focalizzato sulla nuova organizzazione e cultura aziendale e sul tema della sicurezza in Smart Working. Nel 2019 il nuovo modello lavorativo è stato messo a sistema ed esteso alle categorie di lavoratori eleggibili per ruolo.  Per quanto riguarda la dotazione tecnologica, ogni collabo­ratore è stato dotato di un laptop con sistema di telefonia integrato e sono state introdotte piattaforme di document sharing per facilitare la collaborazione anche a distanza. Si consolida così il concetto della Smart Organisation dove le metodologie di lavoro smart sono applicate sia da remoto che nel lavoro da sede, per poter lavorare in maniera condi­visa e agile in qualsiasi luogo.  L’emergenza pandemica scoppiata nel 2020 ha costretto tutti i lavoratori, ad eccezione dei reparti produttivi, al lavoro da remoto. Il progetto di Smart Working ha espresso il suo miglior ritorno sull’investimento durante questa emergenza improvvisa, dando prova dell’importanza del processo at­tuato a partire dal 2016. Difatti, la totalità dei white collar e della forza vendita (240 persone) è stata prontamente attiva­ta in remote working grazie all’immediata disponibilità degli strumenti IT, al regolamento Smart Working e protocollo di sicurezza già pronti e applicabili, e all’esistenza di una cor­nice culturale già radicata grazie alla precedente contami­nazione tra gli smart worker e i loro peer. Nelle diverse fasi della pandemia la disponibilità di spazi e la predisposizione culturale delle persone hanno permesso di gestire in modo flessibile il rientro in sede, quando possibile e compatibil­mente con le normative vigenti.  Durante il periodo di emergenza è stato inoltre attivato un canale di comunicazione continuativo con le persone che prevede anche un live streaming settimanale tenuto dal Di­rettore Generale e sono stati sensibilizzati i manager a creare delle occasioni di contatto con le proprie persone. Inoltre è stato attivato un servizio di supporto psicologico gratuito per tutti i collaboratori.  L’esperienza pandemica ha inoltre dato un impulso significa­tivo all’estensione del coinvolgimento a tutta la popolazione aziendale che ad oggi è coinvolta nel progetto seppur con modalità differenti, vista l’impossibilità di lavorare al di fuori della sede per alcuni ruoli.  A seguito dello svolgimento del percorso integrato di forma­zione previsto per il 2021, quasi tutti i white collar avranno la possibilità di continuare ad usufruire dello Smart Working anche a seguito della pandemia. Il percorso integrato di formazione “Dal Remote Working allo Smart Working” sarà rivolto a tutte le categorie organizzative (smart leadership per il top management, smart management per il middle management, smart working per il resto della popolazione aziendale) e si concluderà con una prova finale per assicu­rarsi che tutte le persone abbiano la miglior consapevolezza di rischi ed opportunità connessi a questa nuova modalità mista di organizzazione del lavoro. Per il 2021, è in program­ma il lancio di un’app interna per la comunicazione diffusa e condivisa tra i collaboratori (sia white che blue collar).  

I BENEFICI E I PROSSIMI PASSI  

Il sistema di performance management dell’azienda non ha evidenziato scostamenti significativi della produttività durante il periodo di uso intensivo del lavoro da remoto ed in generale si è registrata una maggiore disponibilità da parte delle persone e una dilatazione del tempo lavorativo garan­tita da una maggior flessibilità di distribuzione del tempo stesso in ottica work-life balance. L’emergenza Covid ha mostrato la maturità e prontezza del progetto avviato a partire dal 2016, di conseguenza, il prossi­mo passo per cameo sarà la definizione di un nuovo concept di Smart Working post emergenza.  

 

 

 

  1. Per maggiori dettagli sulla riprogettazione degli spazi in cameo consultare il seguente link: https://www.osservatori.net/it/prodotti/formato/business-case/il-nuovo-campus-aziendale-cameo

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Martina Vertemati

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