Lo Smart Working in Prysmian
L’ORGANIZZAZIONE
Prysmian S.p.A. è un’azienda italiana con sede a Milano, specializzata nella produzione di cavi per applicazioni nel settore dell’energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche.
È il leader mondiale del settore e la società è quotata nell’indice FTSE MIB della Borsa di Milano.
Nata nel 2005 da uno spin-off di Pirelli, raccoglie un’eredità aziendale che risale al 1879. È oggi presente in più di 50 Paesi con circa 29000 dipendenti in 108 stabilimenti presenti in tutti i continenti; la sede centrale di Milano conta circa 700 persone.
IL PROGETTO DI SMART WORKING E GLI SPAZI DI LAVORO PRECEDENTI ALL’EMERGENZA COVID-19
Il progetto di Smart Working in Prysmian Milano, denominato “PrySm@rt: a better place to work”, prende avvio a seguito del trasferimento nella nuova sede nel 2017 e diventa un progetto di trasformazione del modo di lavorare che riguarda non solo gli spazi di lavoro, ma considera policy, tecnologie e cultura organizzativa ponendo al centro l’empolyee experience.
Il progetto di Smart Working, attualmente a regime, coinvolge tutta la popolazione aziendale ad eccezione di una piccola percentuale di personale operaio. I dipendenti possono accedere all’iniziativa su base volontaria, svolgendo le proprie attività lavorative in luoghi diversi dalla sede, tre giorni al mese.
Il nuovo modo di lavorare è stato abilitato da alcune precedenti azioni volte alla digitalizzazione e dematerializzazione dei processi lavorativi.
Per tutti documenti pregressi e per i nuovi è stato effettuato un passaggio massivo al Cloud, che ha permesso anche una maggiore facilità di accesso in qualunque momento e da qualunque luogo.
Nel contempo, sono state attuate alcune azioni in ottica paperless, che hanno permesso una riduzione dei consumi della carta del 55%: la stampa dei documenti è possibile da poche aree centralizzate, mentre le stampanti personali e i cestini della carta sono stati eliminati.
Ulteriori azioni sono state volte a fornire una dotazione tecnologica che permettesse di svolgere il lavoro in mobilità a tutti i dipendenti, che si è concretizzata nell’eliminazione dei pc fissi e nella dotazione di laptop per l’intera popolazione aziendale.
La riprogettazione degli spazi di lavoro sulla base delle diverse esigenze lavorative ha cambiato fortemente l’esperienza di lavoro in sede delle persone.
Le attività di concentrazione e di lavoro individuale vengono svolte negli open space, dove l’esperienza che si vuole trasmettere è quella della biblioteca universitaria in cui vige una policy orientata al silenzio. Non ci sono uffici singoli e l’intera popolazione aziendale ha una postazione in open space anche per i top manager. Per le telefonate sono disponibili phone booth insonorizzate distribuite nell’edificio, con tavolino e prese usb e elettriche.
Per le attività di collaborazione e di lavoro in team, la sede è dotata di 93 sale riunioni per gli incontri formali e i meeting di gruppo e di diversi spazi più informali come i giardini interni e le due serre che sono state attrezzate con tavolini, con aree lounge e break.
Il progetto PrySm@rt è stato accompagnato da azioni di change management, volte a creare una nuova cultura aziendale e a facilitare l’introduzione di nuove modalità di lavoro e nuovi modelli organizzativi.
Il team di progetto ha rilevato l’apprezzamento che l’iniziativa ha riscosso tra i dipendenti, l’open space è diventato lo spazio per il lavoro individuale mentre le sale riunioni sono diventate gli spazi per il lavoro di gruppo, che grazie a queste scelte è statisticamente aumentato.
LE INIZIATIVE PER AFFRONTARE L’EMERGENZA COVID-19
Grazie all’iniziativa di Smart Working presente e alle scelte fatte in termini di digitalizzazione e infrastruttura tecnologica, Prysmian è stata in grado di passare tempestivamente e massivamente al remote working in occasione dell’emergenza sanitaria. Nel periodo del lock-down, quasi la totalità della popolazione aziendale ha lavorato in modalità full remote.
La maggior parte della popolazione è infatti rappresentata da knowledge worker per cui il passaggio al lavoro da remoto è stato immediato; per quanto riguarda chi si occupa di ricerca e sviluppo e i ruoli operativi che si interfacciano direttamente con i macchinari, il lavoro si è svolto in sede. Gli investimenti tecnologici e la forte digitalizzazione dei processi attuati negli anni precedenti hanno permesso all’intera popolazione di avere già a disposizione i device necessari per lavorare da remoto; inoltre, le azioni di change management intraprese hanno permesso di creare una cultura organizzativa orientata ai risultati, un clima basato sulla fiducia e un forte commitment ed engagement dei dipendenti, che hanno permesso ai team di lavoro di lavorare efficacemente durante il lockdown. L’esperienza di remote working è stata l’occasione per superare le ultime resistenze e diffidenze da parte di singoli employee e del management sullo Smart Working.
Durante la fase 2, con la riapertura delle sedi, è stata istituita un’alternanza di presenza in sede e lavoro da remoto, pari a circa il 50%, e sono stati introdotti protocolli per garantire la sicurezza dei dipendenti. Oltre alla sanificazione frequente degli ambienti e alla dotazione di DPI ai dipendenti, è previsto uno screening medico con monitoraggio periodico di tutti i dipendenti e la realizzazione di test sierologici.
Le postazioni accessibili sono vincolate al rispetto dei parametri di sicurezza ed è stata istituita la distanza sociale di oltre due metri.
L’esperienza di lavoro individuale e di concentrazione non è stata impattata negativamente dalle nuove modalità emergenziali, ma un forte cambiamento ha riguardato le attività di collaborazione e teamwork.
Le riunioni vengono svolte prevalentemente da remoto, in modo da diminuire i flussi di spostamento all’interno della sede, garantendo una maggiore sicurezza per i lavoratori che possono così partecipare alle riunioni da casa, mentre il numero di partecipanti in presenza è limitato dalla capacità delle sale riunioni e dai ricambi d’aria possibili. Le modalità di interazione di gruppo a distanza si sono rivelate efficaci, comprese anche le attività di brainstorming e problem solving.
Tuttavia, è emersa la necessità di attuare miglioramenti sia a livello tecnologico sia a livello comportamentale. Infatti durante il lockdown si è notata la tendenza a prolungare le riunioni oltre l’orario di lavoro e alla programmazione di meeting molto riavvicinati che non permettevano alle persone di fare una pausa tra un incontro online e un altro, con il rischio di non garantire sempre il diritto alla disconnessione dei dipendenti. È emersa l’esigenza di introdurre delle golden rules per promuovere comportamenti virtuosi.
Le attività di formazione sono state trasferite completamente in modalità digitale “e-learning” grazie all’erogazione di corsi online e videoconferenze. Una criticità è emersa in relazione alla formazione legata alle competenze trasversali, che risente della mancanza di un contatto diretto in aula, e ai corsi formativi che per legge devono essere svolti in presenza. L’organizzazione ha lavorato per permettere di migliorare l’efficacia della formazione soft a distanza, e recentemente è stata sperimentata una formazione manageriale sul tema del feedback attraverso uno specifico tool basato su un sistema di videoconferenza, che si è rivelato molto efficace. Inoltre, la possibilità di formazione individuale è stata potenziata arricchendo la e-library già presente con articoli e pubblicazioni relative all’emergenza per consentire una maggiore informazione e consapevolezza sul tema.
Le attività con gli esterni sono solo in forma virtuale; Prysmian ha momentaneamente sospeso l’accoglienza di visitatori esterni all’interno della propria sede preferendo mantenere alti livelli di controllo e protocolli rigidi per minimizzare le possibilità di contagio. Questo vincolo ha genera to uno stimolo ad innovare: l’azienda è riuscita ad esempio a digitalizzare i processi e le attività di collaudo che avvenivano presso le fabbriche alla presenza del cliente. Cogliendo le potenzialità della realtà aumentata, precedentemente utilizzata per le attività di manutenzione, l’azienda ha sviluppato una soluzione che permette ai clienti di collegarsi da remoto con un operatore sul campo dotato di un caschetto con monocolo che dalla fabbrica mostra il prodotto che deve essere testato e i risultati dei test.
L’EREDITA’ DELL’ESPERIENZA COVID-19
L’esperienza emergenziale ha permesso all’azienda di verificare come lo strumento dello Smart Working sia stato un elemento determinante per permettere la continuità di business. Inoltre, la situazione di emergenza ha spinto l’azienda a trovare soluzioni innovative come l’esempio delle attività di collaudo eseguite con il cliente da remoto che sicuramente potranno essere mantenute anche nella nuova normalità post Covid.
Vivere gli spazi di lavoro è di fondamentale importanza per creare aggregazione professionale e sociale, per consolidare e coltivare relazioni e, per poter garantire il distanziamento sociale e la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, in Prysmian si manterrà senz’altro un modello di lavoro ibrido tra lavoro da remoto e lavoro in sede. Per questo specifico obiettivo è partito un nuovo workstream tra le funzioni corporate che attraverso idee e proposte che arrivano direttamente dai vari employees che hanno preso parte a questa attività di brainstorming, porterà alla definizione ed implementazione di un vero e proprio new way of working!
Siamo a tua disposizione per informazioni e assistenza
Martina Vertemati
Acquisti e abbonamenti Da Lunedì al Venerdì, dalle 09 alle 18Alessia Barone
Assistenza Da Lunedì al Venerdì, dalle 09 alle 18Scopri altri contenuti di Smart Working