I progetti pilota sull’European Digital Identity Wallet: quali sono i cantieri aperti?
A cura di:
Clarissa Falcone – Ricercatrice dell’Osservatorio Digital Identity
Si procede ormai spediti verso l’European Digital Identity (EUDI) Wallet: a febbraio 2022, la Commissione europea ha lanciato un bando da 37 milioni di euro per lo sviluppo di progetti pilota che sperimenteranno diverse soluzioni di identità digitale basata su wallet. Ogni proposta di progetto deve nascere dalla collaborazione di almeno tre Stati membri e prevedere diversi casi d’uso, sia in contesti certificati sia in ambiti a più basso livello di criticità.
Questa partita è ormai cruciale per tutti gli Stati membri (e non): in questi mesi, enti pubblici e aziende private hanno formato diversi consorzi per avviare delle sperimentazioni sul nuovo modello di identità digitale europeo.
I dettagli sui progetti pilota noti ad oggi
Al momento sono noti solo alcuni dei progetti pilota, presentati da consorzi molto ampi di Stati membri.
Il primo è Potential, su cui stanno lavorando oltre 20 Stati membri UE con un totale di 148 organizzazioni pubbliche e private. Il progetto comprende ambiti di sperimentazione molto diversificati, come l’apertura di una nuova utenza telco o di un conto bancario, la digitalizzazione della patente, l’accesso a servizi governativi, la gestione di dati sanitari, e così via.
Il secondo è Nobid, nato dalla collaborazione di 6 Stati (Danimarca, Germania, Italia, Islanda, Lettonia e Norvegia). Sull’impronta delle sinergie tra identità digitale e modno finance tipica dei Paesi nordici, il progetto è focalizzato principalmente sull’ambito dei pagamenti digitali.
Il terzo è European Digital Identity wallet, che coinvolge oltre 30 Stati tra cui anche Regno Unito, Norvegia, Svizzera e Ucraina, Paesi extra-UE. Questo progetto avrà un focus sull’identità digitale negli ambiti viaggi e turismo, pagamenti digitali e identità digitale per organizzazioni.
L’ultimo è Digital Credentials for Europe, su cui stanno collaborando oltre 20 Stati membri per creare credenziali di identità digitale valorizzabili nell’ambito della formazione universitaria.
L’Italia è stata coinvolta, sia con enti istituzionali sia con attori privati, in tutti i consorzi menzionati, con l’obiettivo di essere parte attiva in questa cruciale partita a livello internazionale.
Tanti progetti, un vastissimo set di ambiti applicativi, centinaia di attori coinvolti: e ora?
Entro fine ottobre dovrebbe essere pubblicato un documento tecnico che definirà meglio l’architettura del wallet, delineando in maniera più precisa come si integreranno al suo interno i sistemi nazionali degli Stati membri.
Nel frattempo, la Commissione europea sta valutando le proposte di progetto presentate dai diversi consorzi che hanno partecipato al bando: entro fine novembre-inizio dicembre sono attesi i nomi dei vincitori, che cominceranno a lavorare operativamente sulla loro soluzione verosimilmente a inizio 2023.
Sono quindi mesi di intenso fermento per l’identità digitale nel contesto italiano ed europeo: sia attori istituzionali sia aziende private stanno guardando con estrema attenzione a questi aggiornamenti per capire quale sarà il ruolo italiano nella rivoluzione abilitata dal wallet.
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