Scenario SVOD: diversificare è meglio che ampliare?

A cura di:
Andrea Lamperti – Direttore Osservatorio Internet Media

È nei momenti di forte incertezza che solitamente nascono le migliori opportunità. E come non definire incerto il mercato della Tv? In un contesto nel quale i consumatori sono nella morsa dell’inflazione e, in particolare, del rincaro del prezzo dell’energia, le spese legate all’intrattenimento sono probabilmente le prime a essere riviste. Questo mette in discussione i trend di mercato delle piattaforme SVOD, che negli scorsi anni sono cresciute sia in numero sia in ampiezza di contenuti, spesso anche con un adeguamento del costo di abbonamento.

Come sottolineato più volte, questo scenario potrà evolvere molto rapidamente nel prossimo futuro: troppe piattaforme insistono con la propria offerta sullo stesso tempo e sulla stessa capacità/disponibilità di spesa del consumatore. Ad oggi, tuttavia, il mercato sembra vivere contemporaneamente due fasi dicotomiche: da una parte una fase ancora espansiva, con nuove piattaforme che sbarcano in nuovi paesi (ad esempio, Paramount+ lanciato in Italia in queste settimane, a 7,99€/mese) e adeguamenti importanti di prezzo (su tutti Amazon che aumenta di oltre un terzo il costo annuale dell’offerta Prime), a fronte anche di un incremento di tempo speso in streaming (per la prima volta lo streaming ha superato la Tv via cavo negli Stati Uniti); dall’altra invece una fase di assestamento, nella quale assistiamo per la prima volta ad un discreto calo di utenti abbonati (Netflix ne ha persi quasi un milione) e a molteplici strategie di diversificazione messe in campo dai diversi player.
Perché la domanda nemmeno tanto latente al centro del mercato è poi sempre la stessa: a fronte di un portafoglio sempre più eroso dall’inflazione e dalle maggiori spese ordinarie, quale sarà (probabilmente) l’unica piattaforma SVOD che il “consumatore medio” sceglierà di mantenere attiva per le sue esigenze di intrattenimento? Quasi certamente non basterà più offrire contenuti video di qualità e quantità maggiori rispetto ai competitor (strategia che tra l’altro aumenta notevolmente i costi), ma occorrerà diversificare i servizi offerti per essere ancor più indispensabili agli occhi dell’utente.
Se Amazon ha intrinsecamente questa caratteristica, legando la propria offerta Video ai servizi premium dell’eCommerce, Netflix sta provando da qualche tempo a percorrere la strada del gaming, stringendo diverse collaborazioni nel mondo dei videogiochi (l’ultima è con Ubisoft) e offrendo titoli di grido in esclusiva ai propri abbonati. Molto particolare la scelta di SKY, che fa un salto nel mondo dei device manufacturer con la propria Smart Tv denominata SKYglass. L’idea è quella di rivoluzionare (e controllare?) l’accesso ai contenuti video utilizzando un’unica interfaccia: sarà possibile ricercare e aggregare i contenuti, a prescindere dalla piattaforma che li eroga, potendo trovare dunque le serie Tv presenti su Netflix affiancate alle partite di Champions League esclusive di Amazon Prime Video, oltre ovviamente a tutti i canali dell’offerta SKY. Chi riuscirà a imporsi con il bouquet di servizi migliore?

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