Medici Internisti Aperti Al Digitale: Il 52% Usa App Per Aggiornare Le Competenze, Il 42% Comunica Con I Pazienti Su Whatsapp
Le principali barriere all’adozione di strumenti digitali per i Medici di Medicina Interna sono la mancanza di risorse economiche e la scarsa conoscenza e cultura informatica. Ma considerano cruciale la formazione: per gli under-45 l’università deve formare i professionisti all’uso di questi strumenti, gli over-55 preferiscono puntare sulla formazione continua.
La ricerca “L’innovazione digitale per i Medici di Medicina Interna” dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano in collaborazione con FADOI e Digital SIT.
Milano, 21 marzo 2017 – I Medici di Medicina Interna (MMI) sono sempre più aperti e interessati al digitale, anche se lamentano un’insufficienza di risorse economiche e di cultura informatica per sviluppare adeguatamente questi strumenti. Più di metà degli internisti (il 52%) utilizza App per migliorare le proprie competenze digitali (per il consulto di linee guida, articoli, report, ecc.). Il 42% usa Whatsapp per comunicare con i pazienti. Una buona fetta dei professionisti che non utilizza ancora strumenti digitali è interessata a farlo, ma vede ancora barriere di tipo economico (pochi investimenti) e culturale (scarsa conoscenza di questi applicativi). Sono alcuni dei risultati della ricerca “L’innovazione digitale per i Medici di Medicina Interna”, condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI) e Digital SIT, su un campione di 229 Medici di Medicina Interna rappresentativo della situazione nazionale in termini di area geografica, fascia di età e tipologia delle strutture di appartenenza.
“Gli strumenti digitali sono entrati nella quotidianità professionale dei medici internisti, ma il fenomeno deve maturare in termini di convergenza degli strumenti digitali del singolo professionista con quelli messi a disposizione dalle aziende sanitarie in cui tale professionista opera” – afferma Paolo Locatelli, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. “I Medici di Medicina Interna si mostrano sempre più interessati agli strumenti digitali” – prosegue Gianfranco Gensini, presidente di Digital SIT – “Anche nei temi più di frontiera come la telemedicina, dove il numero dei professionisti che utilizza questi applicativi è ancora molto basso, la percentuale di medici che vorrebbero farne uso è molto elevata, lasciando intravedere potenzialità di crescita enormi”. La posizione di FADOI è espressa da Antonino Mazzone, Responsabile per l’innovazione in Medicina Interna: “È necessario aumentare le risorse investite nella formazione e nella cultura digitale degli internisti, che non a caso vedono nella scarsità di fondi e di conoscenza del digitale i principali ostacoli ad un uso esteso delle soluzioni digitali”.
Relativamente all’utilizzo di strumenti a supporto dell’attività clinico-assistenziale ospedaliera, se da un lato è ormai diffuso l’utilizzo di funzionalità basilari di gestione della documentazione clinica, come la consultazione di referti e immagini e la gestione delle informazioni di riepilogo sul paziente (utilizzate rispettivamente dal 76% e dal 47% dei medici internisti), dall’altro lato le funzionalità di gestione del diario medico risultano ancora poco utilizzate (27%), seppur con alti livelli di interesse. Da sottolineare come il 44% dei medici internisti utilizzi funzionalità di supporto alle decisioni cliniche, spesso fruite anche su dispositivi mobili (15%).
Inoltre, dai risultati della ricerca emerge che l’uso degli strumenti digitali da parte dei medici internisti privilegia le App a supporto dell’attività clinica (es. screening) rispetto a quelle di supporto organizzativo (es. gestione dei turni e delle liste di attesa). Il 52% dei professionisti, inoltre, utilizza questi applicativi per aumentare le proprie competenze e il 44% che non li usa è interessato a servirsene in futuro. Le tecnologie digitali consentono anche di avvicinare personale medico e pazienti. Più di quattro internisti su dieci utilizza applicazioni come Whatsapp per comunicare con i propri pazienti, anche se si tratta di applicazioni generaliste e non strutturate specificamente per rispondere alle particolari esigenze della professione, mentre il 29% che ancora non se ne serve manifesta l’intenzione di farlo in futuro.
Benefici e barriere al digitale – Il maggior supporto decisionale, la maggior integrazione fra reparti e la riduzione del rischio clinico sono fra i principali benefici che gli internisti riconoscono all’adozione degli strumenti ICT. In particolare, il 57% del campione intervistato ritiene che il primo beneficio ottenuto con l’uso degli strumenti digitali sia la migliore continuità di cura (il grado di integrazione fra i diversi operatori e strutture sanitarie), seguito dal miglior supporto decisionale, indicato dal 37%, dalla maggior sicurezza e gestione del rischio clinico (incidenza degli eventi avversi), votato dal 36%, e dall’aumento della qualità delle prestazioni sanitarie, scelto dal 35% degli internisti.
I professionisti di medicina interna sono stati anche interrogati sulle principali barriere che ostacolano o bloccano l’adozione e la diffusione del digitale fra i medici. Secondo il campione, il digitale stenta a decollare a causa di una bassa conoscenza e cultura verso questi temi, e la scarsità di risorse economiche pesa molto di più delle difficoltà legate all’uso della tecnologia. Infatti, ben il 73% vede nell’insufficienza di fondi il limite maggiore all’uso di queste applicazioni. Seguono la limitata conoscenza delle loro potenzialità, indicata dal 47% del campione, e la scarsa cultura digitale, scelta dal 43%. La difficoltà nell’utilizzare gli applicativi ICT attualmente disponibili e l’immaturità delle tecnologie presenti sul mercato è considerata rilevante soltanto rispettivamente dal 15% e dal 9% dei medici intervistati.
L’importanza della formazione digitale – Fra i Medici di Medicina Interna è diffusa la consapevolezza dell’importanza delle competenze digitali nella loro professione: il 53% le considera infatti importanti in funzione delle esigenze professionali, il 41% rilevanti al pari delle altre competenze, mentre il 2% pensa che vengano prima altre priorità (soprattutto fra gli over-55).
Tutti d’accordo sulla necessità di investire di più nella formazione digitale dei medici internisti. Tuttavia, le opinioni si dividono sul luogo e sulle modalità migliori per acquisire queste competenze. Il 32% individua nel ciclo di studi pre-universitario il periodo migliore per la formazione digitale, il 17% ritiene che l’università sia il luogo giusto per apprendere queste competenze, il 10% preferisce imparare sul campo e il 37% è orientato verso la formazione continua. Le percentuali cambiano in base alle fasce anagrafiche: la percentuale di chi considera l’università il luogo più adatto per la formazione digitale sale al 27% fra gli under-45, mentre scende all’8% fra gli over-55; il consenso attorno alla formazione continua, invece sale al 45% fra gli over-55 e scende al 27% fra gli under-45.
L’internista quindi si propone come un utente attento e, se ancora non utente, certamente interessato all’innovazione digitale e disponibile all’utilizzo dello strumento a supporto dell’interazione con i pazienti e gli altri attori del sistema sanitario.
Salvo differenze legate all’età, è forte la percezione del bisogno di formazione per garantire la fruizione più appropriata ed efficace del supporto digitale.
Una posizione complessiva, quella dell’internista ospedaliero, che lo pone come un importante attore, attuale e in prospettiva, negli snodi cruciali della nostra sanità.
I risultati finali della Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità saranno presentati in occasione del Convegno finale che si terrà Mercoledì 4 Maggio alle ore 9.30, presso l’Aula Carassa-Dadda, edificio BL.28, via Lambruschini 4, campus Bovisa – 20156 Milano.
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La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell’economia, del management e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La Scuola ha ricevuto nel 2007 il prestigioso accreditamento EQUIS. Dal 2009 è nella classifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa. Nel Marzo 2013 ha ottenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA per i programmi MBA e Executive MBA. Dal 2014, la Scuola è membro di UniCON, PRME e Cladea. La Scuola può contare su un corpo docente di più di duecento tra professori, ricercatori, tutor e staff e ogni anno vede oltre seicento matricole entrare nel programma undergraduate. Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e MIP Graduate School of Business che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master.
Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale per favorire lo sviluppo del Paese. La Vision che guida gli Osservatori è che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La Mission degli Osservatori è produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di innovazione digitale in Italia. Gli Osservatori sono oggi un punto di riferimento qualificato sull’innovazione digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione, Formazione e una Community sempre più ampia di professionisti. Gli Osservatori sono ormai molteplici e affrontano in particolare tutte le tematiche più innovative: Agenda Digitale, Big Data Analytics & Business Intelligence, Cloud & ICT as a Service, Cloud nella PA, Digital & M&A, Digital Finance, Digital Innovation Academy, Digital Innovation in Arts & Cultural Heritage, Digital Insurance, eCommerce B2c, eGovernment, Enterprise Application Governance, Export, Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, Gestione Progettazione e PLM (GeCo), Gioco Online, HR Innovation Practice, Information Security & Privacy, Innovazione Digitale in Sanità, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nel Turismo, Internet Media, Internet of Things, Mobile B2c Strategy, Mobile Banking, Mobile Payment & Commerce, Professionisti e Innovazione Digitale, Smart Manufacturing, Smart Working, Startup Hi-tech, Startup Intelligence, Supply Chain Finance.
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