Commento su lancio di Amazon Prime Video
Di Marta Valsecchi, Direttore Operativo Osservatori Digital Innovation, e Andrea Lamperti, Direttore Osservatorio Internet Media
Il mercato italiano dello SVOD (Video On Demand in abbonamento) si arricchisce di un nuovo concorrente, Amazon Prime Video, che contribuirà ulteriormente a spingere gli utenti verso questa nuova forma di fruizione di contenuti video completamente slegata da un palinsesto televisivo e tipica, invece, del mondo Internet. Grazie alla forza del brand e della spinta in marketing di Amazon, ci aspettiamo crescerà il numero di italiani che nei prossimi mesi testerà questi servizi.
Stiamo comunque parlando di una percentuale limitata della popolazione che è disponibile a pagare per fruire di film, serie tv e contenuti televisivi on demand: a livello internazionale si stima che circa il 5% della popolazione sia abbonato a questi servizi, percentuale che crescerà nei prossimi 5 anni, ma rimanendo al di sotto del 10% (fonte: Statista). Su questi numeri, però, le differenze sono notevoli da Paese a Paese: negli USA e nei Paesi del Nord Europa, infatti, oltre un quinto della popolazione fruisce già di questi servizi (fonte: Statista), a dimostrazione di una propensione ben più forte che altrove a pagare per contenuti premium. All’interno del mercato dei contenuti video a pagamento (pay tv, video in download, video in streaming), si prevede che il mercato SVOD sarà quello che osserverà i maggiori tassi di crescita nei prossimi anni.
In Italia, secondo i dati del nostro Osservatorio Internet Media, ad aprile 2016 erano 3,2 milioni gli italiani che stavano utilizzando questa tipologia di servizi (a pagamento o nel periodo di prova gratuito che molte piattaforme consentono).
Seppur in costante evoluzione tali servizi presentano limitazioni, in particolare nei cataloghi: ogni azienda offre contenuti differenti, in funzione dei diritti acquisiti su film e serie tv. Per poter fruire di tutto lo spettro di offerta disponibile sul mercato un utente dovrebbe abbonarsi a più servizi. Succede, così, che gli utenti passino da una piattaforma all’altra per seguire le proprie serie preferite. E’, quindi, sui contenuti che si gioca la battaglia più significativa tra i diversi attori del mercato, tanto che tutte le realtà stanno puntando molto sull’auto-produzione di contenuti e sulla conquista dei titoli più attrattivi per gli utenti. Senza trascurare interfacce sempre più usabili, sistemi di raccomandazione dei contenuti di interesse per l’utente, possibilità di fruire dei contenuti da più dispositivi per fidelizzare i propri clienti.
Ulteriore freno a questo mercato è legato alla necessità di un collegamento internet a banda larga; la strada è comunque tracciata e in futuro il modo di fruire dei contenuti video (gratuiti e a pagamento) sarà sempre più un mix tra fruizione lineare (in diretta) e volontà dell’utente di crearsi il proprio palinsesto.
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