L’esplosione dell’Internet of Things in italia nel 2015
Automobili e contatori connessi trainano ad oggi il mercato, ma l’IoT è sempre più al centro della vita delle persone e del business delle imprese: si stanno creando i giusti presupposti perché diventi un fenomeno ancora piu? dirompente nei prossimi anni.
Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – angela.tumino@polimi.it
“La ricerca rivela l’esplosione dell’Internet of Things in italia nel 2015. Lo testimoniano i numeri del mercato, arrivato a toccare i 2 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2014, mentre il comparto ICT italiano nel complesso rimane sostanzialmente stabile (+1,1%). Ma lo indica anche l’affermazione di alcuni fenomeni che pongono le basi per un ulteriore sviluppo nei prossimi mesi, come la grande diffusione di auto nativamente connesse, l’evoluzione dell’offerta Smart Home pronta a sbarcare anche nelle catene della grande distribuzione, la nascita delle nuove reti di comunicazione dedicate all’IoT nelle prime città italiane (Smart City), l’arrivo di servizi innovativi per l’Industrial IoT.
Uno degli aspetti chiave per lo sviluppo futuro dell’Internet of Things è la valorizzazione dei dati raccolti, su cui ancora non ci sono strategie consolidate. I dati possono essere sfruttati nei processi interni all’azienda, riducendo i costi e migliorando l’efficacia verso i clienti, oppure possono generare valore all’esterno con la vendita a terzi, aprendo a nuove opportunità di business. La disponibilità di dati puntuali sull’utilizzo dei prodotti grazie all’IoT rende possibili nuove strategie di prezzo ‘pay-per-use’, che iniziano a interessare non solo i servizi, come l’assicurazione auto che varia in base alla percorrenza annua, ma anche i prodotti, come gli pneumatici pagati in base ai chilometri percorsi. In alcuni casi la vendita è addirittura incentivata proprio per avere accesso a nuovi dati, che costituiscono fonte di valore per le aziende, come nel caso dei dispositivi wearable promossi da parte delle assicurazioni. In molti casi le modalità di utilizzo dei dati sono solo parzialmente note nel momento in cui si progetta una applicazione IoT: una parte considerevole del valore può rimanere inizialmente implicita, emergendo solo quando ci si interroga sul “potenziale nascosto” del proprio patrimonio informativo.
In questo scenario, le aziende iniziano ora a muovere i primi passi ma vi è ancora molto lavoro da fare. Gli OTT (Over The Top), già “allenati” in questo senso, stanno entrando con forza in alcuni segmenti di mercato (Smart Home e in prospettiva Smart Car) con il chiaro obiettivo di sfruttare economicamente i dati raccolti. Molti aspetti devono ancora essere definiti e le indicazioni provenienti dal Garante della Privacy saranno fondamentali per capire fino a che punto sarà possibile spingersi, su scala nazionale e internazionale”.
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