Supply Chain Finance, strumento anti inflazione per le imprese
Un mercato potenziale da 525-585 mld di euro in Italia
- Il mercato servito da soluzioni SCF nel 2022 raggiunge 130 miliardi di euro, circa il 22-25% del totale dei crediti commerciali italiani
- L’Anticipo Fatture vale 55 mld € (+16%), il Factoring 60,4 mld € (+5%), il Reverse Factoring 8,1 mld € (+13%), il Purchase Order Finance 1,03 mld € (+2%), il Confirming 1,6 mld € (+38%), l’Invoice Trading 0,4 mld € (+90%), il Dynamic Discounting 0,5 mld € (+83%)
Nell’epoca dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse, il Supply Chain Finance diventa uno strumento sempre più strategico per le imprese italiane. Dopo aver raggiunto i 509 miliardi di euro nel 2021 (con una crescita del 21% sull’anno precedente), il mercato potenziale del credito di filiera prosegue la sua espansione nel 2022, con una crescita stimata tra il 3 e il 15% per attestarsi su un valore compreso tra 525 e i 585 miliardi di euro. Circa un quinto di questo mercato è già servito da soluzioni di Supply Chain Finance (22-25%), che tutte insieme nel 2022 raggiungono il valore di 130 miliardi di euro. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina al convegno “Il Supply Chain Finance all’epoca dell’inflazione”.
Tra le diverse soluzioni SCF, che consentono alle imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera, si segnala il Factoring (la cessione di crediti commerciali a operatori specializzati) che recupera il terreno perduto nella pandemia crescendo del 5% e arrivando al valore di 60,4 miliardi di euro. Mentre il Reverse Factoring (la partnership per favorire la cessione delle fatture ai fornitori sfruttando il merito creditizio del cliente) supera il picco dell’anno precedente, con un +13% grazie a cui raggiunge 8,1 miliardi di euro. L’Anticipo Fatture cresce del +16% e tocca 55 miliardi di euro. Ma c’è anche una forte ripresa della Carta di Credito B2B (carta virtuale che permette flessibilità nei pagamenti tra cliente e il fornitore) che cresce del 19% e arriva a 2,4 miliardi di euro.
Il Purchase Order Finance (l’utilizzo di un ordine ricevuto da un cliente con elevato merito creditizio come garanzia per un finanziamento) consolida lo sviluppo con un +2%, toccando 1,03 miliardi di euro. È significativa la crescita del Confirming (soluzione in cui il debitore cedente rilascia all’operatore finanziario un’autorizzazione al pagamento dei fornitori), che cresce del 38% fino a 1,6 miliardi di euro. Ma anche quella del Dynamic Discounting (soluzione tecnologica che consente il pagamento anticipato a fronte di uno sconto proporzionale ai giorni di anticipo) a +83%, per 500 milioni di euro di valore. Infine, migliora l’Invoice Trading (marketplace per la cessione del credito che consente a terze parti di investire nelle fatture emesse dalle aziende), in crescita del 90% per toccare il picco più alto di sempre, 0,4 miliardi di euro.
“In un contesto segnato da un aumento significativo dei costi di acquisto e di produzione oltre che dei tassi di interesse, il Supply Chain Finance si sta affermando sempre più come strumento strategico per le imprese, soprattutto per piccole e medie, per la gestione della liquidità, ma anche per il miglioramento delle prestazioni di sostenibilità e la mitigazione del rischio di filiera – spiega Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance –. Un’evoluzione resa possibile da un mercato in grande fermento, con un numero elevato di nuove startup, molte collaborazioni/joint venture e un utilizzo sempre più ampio ed estensivo delle piattaforme digitali”.
“Il mercato italiano del Supply Chain Finance è ripartito, trainato soprattutto dalle soluzioni di filiera e innovative – dice Antonella Moretto, Direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance –. L’ecosistema sta evolvendo e le piattaforme sono diventate il principale strumento attraverso cui i diversi provider collaborano e creano valore per le imprese e le filiere. La sostenibilità continua ad essere una tematica centrale nella costruzione di soluzioni che integrano i criteri ESG e che finanziano attori oltre il primo livello di fornitura”.
Il mercato 2021
Analizzando i dati a consuntivo, si evidenzia la ripresa del mercato potenziale e di quello servito dalle soluzioni di SCF in Italia. A fine 2021 il valore dei Crediti Commerciali, che rappresenta il mercato potenziale del Supply Chain Finance, si è assestato a 509 miliardi di euro, le Rimanenze a 295 miliardi (+7,2%) i Debiti Commerciali a 558 miliardi (+23,4%) e gli Acconti a 85 miliardi (+18%). Il ciclo di cassa era in netto miglioramento, assestandosi mediamente a 19 giorni (-25%), con una riduzione dei tempi di incasso (71 giorni; -3%) e di pagamento (96 giorni; -3%), e soprattutto una riduzione dei giorni di copertura del magazzino (44 giorni; -15%).
Complessivamente, nel 2021 le soluzioni di Supply Chain Finance coprivano il 23% del mercato potenziale. Tutte, ad eccezione dell’Invoice Trading (0,22 miliardi di euro, -29%), registravano una netta crescita. Il Factoring si confermava la soluzione regina (57,4 miliardi, +5%), il Reverse Factoring (7,2 miliardi, +14%) e il Purchase Order Finance (1 miliardo, +21%) toccavano il loro picco, mentre il Dynamic Discounting, (0,3 miliardi, +200%) e il Confirming (1,2 miliardi, +58%) confermavano gli incrementi percentuali maggiori pur a fronte di volumi ancora limitati. Da notare, la buona ripresa dell’Anticipo Fattura (47 miliardi, +10%) e una crescita della Carta di Credito B2B (2,1 miliardi di euro, +9%).
Gli sviluppi futuri
L’Osservatorio ha identificato alcuni megatrend che interessano lo sviluppo futuro del Supply Chain Finance.
SCF platform thinking. Se nella prima fase di digitalizzazione, gli istituti finanziari erogavano soluzioni di SCF attraverso strumenti per la digitalizzazione dei processi, si sta oggi affermando il SCF platform thinking, un concetto più ampio che modifica anche l’ecosistema. La piattaforma è un ambiente aperto in cui molteplici istituti finanziari e prestatori di servizi possono offrire soluzioni di SCF, di pagamento, di assicurazione del credito, a una o più aziende che possono gestire con un unico canale tutti questi prodotti. Questo permette una semplificazione della gestione delle soluzioni di SCF per le imprese che adottano diversi servizi integrati.
Sustainable SCF. Nel Sustainable Supply Chain Finance i fornitori/clienti vengono valutati sulla base delle prestazioni ESG, e in caso di valutazione positiva, possono accedere a condizioni di utilizzo di soluzioni SCF facilitate e migliori. Affinché il SSCF sia efficace, serve una valutazione di sostenibilità certificata e standardizzata, che per ora manca. La nuova direttiva europea (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), dal 2024 imporrà a tutte le grandi imprese e alle PMI quotate di rendicontare le informazioni di sostenibilità, incluse quelle relative alla filiera e potrebbe supportare una migliore valutazione degli attori economici, agendo da volano per il SSCF. L’impatto in termini di sostenibilità però è ancora difficile da misurare, in quanto un eventuale miglioramento delle prestazioni potrebbe derivare anche da altre pratiche di sostenibilità attivate.
Deep-Tier financing. Le soluzioni tradizionali di SCF non raggiungono i fornitori oltre al primo livello di fornitura, fondamentali per la stabilità e la sostenibilità delle filiere. Per raggiungerli, stanno nascendo soluzioni di Deep Tier Financing, che permettono a un’impresa di fornire supporto finanziario ai fornitori più a monte della filiera. Soluzioni che si possono sposare con l’introduzione dei criteri di sostenibilità, perché una gestione corretta della sostenibilità impone il monitoraggio delle prestazioni anche dei fornitori e i clienti oltre il primo livello di fornitura.
SCF risk management. In un periodo caratterizzato da pandemia, conflitto militare, tensioni geopolitiche, barriere commerciali, navi container ferme nei porti internazionali, chiusure intermittenti di fabbriche, carenze di prodotti e ritardi, prezzi delle materie prime e inflazione alle stelle, il SCF si è dimostrato uno strumento per la gestione dei rischi, fornendo capitale circolante, migliorando il flusso di cassa, riducendo i costi e garantendo la salute finanziaria delle filiere. Esistono soluzioni SCF che sfruttano tecnologie avanzate come l’AI per l’identificazione, monitoraggio e gestione dei rischi di filiera, spesso non utilizzate in ottica di risk management, in quanto le imprese non sono spesso consapevoli di queste “funzionalità”. Gestendo i pagamenti e i flussi finanziari, il SCF, supportato da diverse tecnologie, può offrire molte informazioni relative all’esistenza e alla natura dei rischi, e alla metodologia di gestione dei tali.
Trasparenza e regolamentazione. Le nuove regole e linee guida comuni che si stanno definendo per rendere più strutturata e trasparente la contabilizzazione delle soluzioni di SCF aiuteranno le imprese nell’adozione, perché renderanno chiaro l’impatto sulla struttura dei debiti/crediti commerciali e finanziari. Si attende da tempo però l’introduzione del registro del pegno mobiliare non possessorio da parte dell’Agenzia delle Entrate, che sarebbe un volano per l’Inventory Finance. Le regole di utilizzo del registro e la classificazione delle categorie merceologiche sono state pubblicate, ma si attende l’attivazione del registro, che permetterà di rendere opponibile a terzi il titolo del pegno utilizzato come garanzia di un finanziamento, diminuendo così i rischi legati all’operazione.
*L’edizione 2022-23 dell’Osservatorio Supply Chain Finance è realizzata in collaborazione con. Accenture, American Express, Banca Sella, Crédit Agricole Italia, Cribis, FinDynamic, Intesa Sanpaolo, Kyriba, Mastercard, Nexi, Niuma, Plick PayDo, Santander, TeamSystem, TXT Working Capital Solutions, UniCredit Factoring; AirPlus International, Banca Popolare di Sondrio, Banca Progetto, Bflows, BPER Banca, Cooperfidi, Credem, MB Facta, MyCreditService, Piteco, , PlusAdvance, Visa, Workinvoice; ADACI, AITI, Andaf, Assifact, Assolombarda, Confindustria Cuneo, Farmindustria Credit Management, UI Torino
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Barbara Balabio
Ufficio stampa Osservatori Digital Innovation del Politecnico di MilanoScopri altri contenuti di Supply Chain Finance