Verso una Logistica Green: a che punto siamo?
Il tema della sostenibilità è sempre più rilevante per la società e per le imprese, anche nel mondo della Logistica. Guardando alla dimensione ambientale della sostenibilità, negli ultimi anni assistiamo allo sviluppo di diverse direzioni di lavoro in ambito Logistica Green. Ormai superata la fase iniziale di “green washing”, le aziende del settore si stanno muovendo concretamente verso l’implementazione di soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, passaggio che richiede competenze specifiche, ma innanzitutto la revisione dei processi logistici allo stato attuale. Emerge quindi chiaramente l’importanza della collaborazione per il successo di queste iniziative, collaborazione non solo interna alla filiera logistica (per esempio clienti-fornitori), ma anche con realtà esterne quali università, centri di ricerca e startup, al fine di acquisire le competenze necessarie, non sempre presenti all’interno dell’azienda. Questa collaborazione si può poi tradurre in varie azioni: introduzione di vincoli riguardanti l’impatto ambientale nella fase di tender, creazione di un sistema di incentivi, migliore visibilità sulla sostenibilità ambientale oppure creazione di tavoli di lavoro volti a identificare/condividere i cambiamenti dell’impostazione del processo logistico.
Ma come si caratterizzano le iniziative di Green Logistics? L’Osservatorio Contract Logistics ha evidenziato 4 principali aree di intervento: Network design, Trasporto, Magazzino e Packaging.
Sia i committenti, sia gli operatori logistici stanno lavorando su vari fronti, a conferma che la transizione verso una Logistica sostenibile è iniziata. I primi si concentrano maggiormente sul network design e il packaging; in particolare, si stanno sperimentando nuovi materiali per gli imballi secondari, si sta criticamente rivedendo la pallettizzazione dei prodotti e si stanno introducendo circuiti closed-loop per la gestione degli imballi. Nella progettazione del network, molta attenzione viene data al ricorso al trasporto intermodale strada-ferrovia, anche su medie distanze, e si considera anche l’impatto ambientale nel valutare i circuiti logistici alternativi.
Gli operatori logistici, invece, stanno agendo maggiormente sulla riduzione dell’impatto ambientale delle attività di trasporto e di magazzino. Soffermando l’attenzione sul trasporto su strada, troviamo una molteplicità di tecnologie a disposizione, data dall’incrocio fra tipo di alimentazione (diesel, elettricità, gas naturale -liquido o compresso) e fonti di energia utilizzata (origine fossile, origine bio, rete elettrica o idrogeno). Gli operatori logistici mostrano interesse soprattutto verso il CNG (Compressed Natural Gas), in particolare di origine bio, e verso l’elettrico BEV (Battery Electric Vehicle) per la distribuzione locale. Relativamente ai mezzi elettrici, la valutazione dell’impatto economico sta portando all’attivazione della soluzione a partire dalle aree in cui la filiale non sia distante dall’area servita. È interessante notare che non si tratta di progetti pilota con pochi mezzi coinvolti, ma le dimensioni delle flotte stanno diventando importanti. In relazione alle lunghe distanze, da una parte vi è un sempre maggiore ricorso al LNG (Liquefied Natural Gas) grazie alla crescente estensione della rete di stazioni di rifornimento, dall’altra si sta lavorando sull’utilizzo di biocombustibili, sia per il gas che per il diesel. Lo sviluppo di una rete di biocarburanti è in fase iniziale (ad oggi vi sono solo poche stazioni di bioLNG in Italia), e i fornitori di servizi logistici, e qualche volta gli stessi committenti, per favorire la produzione di biocarburante, stanno sviluppando delle partnership con fornitori di energia e aziende che conferiscono la materia prima. Anche in questo caso è importante guardare altresì alla sostenibilità economica dell’iniziativa, cercando di utilizzare i mezzi green in tratte caratterizzate da un alto valore di percorrenza annua.
Emerge chiaramente come sia importante, nel valutare le iniziative e gli investimenti in Logistica Green, considerare entrambe le dimensioni di sostenibilità ambientale ed economica, analisi non banale e resa ancora più critica dall’esponenziale crescita dei costi dei fattori produttivi (carburante ed energia in primis) avvenuta nel corso del 2022.
Per confrontare tutte queste tecnologie in termini di impatto climatico-ambientale ed economico è necessario considerare diversi fattori: il perimetro stesso dell’analisi (consumo del singolo mezzo in una prospettiva tank to wheel o consumo dell’intero ciclo di vita della fonte/tipo di alimentazione considerato secondo una prospettiva well to wheel), l’effettivo ciclo operativo del mezzo, il costo di investimento (veicolo e infrastruttura di rifornimento) e il costo di esercizio. Inoltre, l’efficienza operativa dipende strettamente da caratteristiche del mezzo quali autonomia, tempo di rifornimento, portata utile e in più non vanno sottovalutate variabili esterne quale la diffusione e lo sviluppo della rete di distribuzione nazionale e internazionale. L’analisi congiunta di tutte queste considerazioni conduce a prestazioni molto differenti e strettamente dipendenti dall’ambito di applicazione: distribuzione locale, trasporto regionale, nazionale o internazionale.
Inoltre, come accennato in precedenza, la transizione verso soluzioni più sostenibili non si limita all’acquisto del mezzo, ma necessita la revisione del network logistico e delle logiche operative. Ad esempio, in un contesto di last mile delivery, all’aumentare della distanza della filiale/deposito di partenza dall’area servita, si riduce l‘autonomia all’interno dell’area servita e quindi il numero di consegne che è possibile effettuare per viaggio. L’autonomia è a sua volta influenzata da una serie di fattori quali la dimensione della batteria, le politiche di carica del mezzo (parziale o totale), il tempo di ricarica, la tipologia di stazioni di ricarica.
Infine, la sostenibilità economica dell’iniziativa dipende da ulteriori fattori quali: incentivi; estensione della rete pubblica di rifornimento; vincoli locali; costo delle fonti di energia utilizzate; proprietà della flotta.
In conclusione, si può affermare che sta emergendo in maniera chiara la volontà delle aziende, committenti e fornitori, di muoversi verso soluzioni più sostenibili. Le sfide, come abbiamo appena visto, sono numerose e l’aspetto più complesso consiste nel trovare un equilibrio fra tutti i fattori e le dimensioni coinvolte. Nel tempo, grazie anche alla sempre maggiore propensione del mercato ad andare in questa direzione, sarà più facile per le aziende trovare questo nuovo equilibrio.
A cura di
Martina Coslovich
Contract Logistics “Gino Marchet”Analista dell’ Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet”. Si occupa di Ricerca nell’area Logistica e Supply Chain, con particolare riferimento allo studio di soluzioni di efficienza energetica e di intralogistica nell’ambito del tavolo di lavoro Logistics Real Estate & Intralogistica.
Maria Pavesi
Contract Logistics “Gino Marchet”, Smart AgriFoodRicercatrice degli Osservatori Contract Logistics “Gino Marchet” e Smart AgriFood, si occupa di analizzare gli impatti dell’innovazione digitale all’interno dei processi logistici e lungo la filiera agroalimentare. All’interno dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” è responsabile del tavolo di lavoro Logistics Healthcare.
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