Connected Car & Mobility: il consumatore punta sui dealer per stare al passo con l’innovazione
La Connected Car è sempre più diffusa tra i consumatori italiani: cresce la percentuale di intervistati1 che possiedono un’auto con almeno una funzionalità smart (43% nel 2022 vs 40% nel 2021). Ai primi posti tra le funzionalità più diffuse si collocano gli assistenti vocali (22%, +3%) e i sistemi di infotainment (22%, +2%) come Car Play o Android Auto. Se guardiamo a quelle più utilizzate, però, queste si posizionano più in basso rispetto ai dispositivi per la sicurezza attiva e i sistemi di assistenza durante la guida2, che ne detengono il podio e rappresentano le funzionalità che maggiormente spingono il consumatore ad acquistare in futuro un’auto connessa.
L’utente finale sarebbe anche disposto a pagare un prezzo aggiuntivo per le funzionalità smart attivate: ben il 42% pagherebbe on demand, tramite abbonamento, mentre il 35% preferirebbe pagare tutto in una sola tranche al momento dell’acquisto del veicolo. La graduatoria, però, cambia notevolmente mettendo a confronto le funzionalità di maggiore interesse con quelle per cui si pagherebbe. I sistemi in grado di prevenire gli incidenti sono i più desiderati ma a titolo gratuito, mentre la possibilità di comunicare con l’infrastruttura stradale (ultima per desiderabilità) sale ai primi posti per propensione al pagamento, specie se on demand.
Quanto sarebbe disposto però a pagare il consumatore? Quasi la metà dei rispondenti (46%) un prezzo compreso tra 1 a 10 euro/mese, il 29% da 11 a 20 euro/mese, mentre solo il 9% pagherebbe oltre 40 euro/mese. Facendo un confronto con altri servizi oggi più diffusi, nelle prime due fasce di prezzo rientrano ad esempio le fee di sottoscrizione per l’utilizzo di smartphone e pay-TV, mentre in una grande metropoli come Milano l’abbonamento mensile per i mezzi di trasporto ha un costo di circa 40 euro. Questi risultati evidenziano come l’auto sia vista sempre di più dall’utente finale come un canale tramite cui usufruire di nuovi servizi e non solo come un mezzo per spostarsi.
La trasformazione che sta subendo il settore Automotive ha implicazioni su tutti gli attori della filiera, incluso il business dei concessionari / dealer. L’Osservatorio ha indagato sia il punto di vista dei consumatori, per quanto riguarda l’esperienza in concessionaria, sia quello dei dealer, sulle nuove opportunità offerte dalla connettività e dai servizi di Smart Mobility.
Il 78% dei consumatori è complessivamente soddisfatto dell’esperienza di acquisto in concessionaria, anche se più di 1 utente su 3 (35%) vorrebbe ricevere in futuro servizi post-vendita dedicati ai veicoli connessi, il 30% desidererebbe una consulenza dedicata per indirizzare l’acquisto a seconda del proprio specifico stile di vita, mentre al 25% piacerebbe trovare dei punti di ricarica disponibili in prossimità del punto vendita.
Lato dealer, dall’indagine emerge come più della metà dei rispondenti (54%) vorrebbe affiancare alla vendita di veicoli servizi di noleggio a breve/medio/lungo termine, il 40% desidererebbe offrire servizi di ricarica per veicoli elettrici o ibridi, e il 37% giocare un ruolo come fornitore di servizi legati alla connettività del veicolo. Da segnalare come solo il 21% del campione si sia detto propenso a ricoprire il ruolo di “consulente”, guidando il cliente nelle scelte di acquisto. L’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE sugli accordi verticali3 suggerisce, però, la direzione indicata dal consumatore: il ruolo del dealer passerà da quello di distributore a quello di “agente”, quindi di intermediario tra la casa automobilistica e l’utente finale. Sfruttando la sua particolare posizione, potrà offrire una serie di servizi specifici, che gli altri attori della filiera non potrebbero fornire con altrettanta efficacia.
Alcuni dei servizi che i dealer dovrebbero erogare in futuro si appoggiano proprio sui dati raccolti dalle auto connesse: grazie a questi dati, quasi la metà dei dealer ritiene di poter fornire in futuro assistenza dedicata in caso di problemi e servizi di manutenzione preventiva o predittiva, tramite il monitoraggio di alcuni parametri critici, consentendo una migliore pianificazione degli interventi. Seguono, con quote più basse, la possibilità di far pagare l’auto o le funzionalità smart sulla base dell’effettivo utilizzo (pay-per-use) e servizi di assistenza stradale in caso di guasto.
Tutto ciò va a dimostrazione di come i dealer siano tra gli attori maggiormente coinvolti dalla trasformazione in atto nel settore Automotive, e di come i consumatori ripongano grande fiducia nell’evoluzione del ruolo di questi attori, che dovranno però dimostrare di saper erogare servizi di valore per l’utente.
1Fonte: survey CAWI realizzata in collaborazione con Doxa, Gennaio 2023.
2I sistemi di assistenza durante la guida (es. la rilevazione della segnaletica stradale) si differenziano dai dispositivi per la sicurezza attiva (es. la frenata automatica in caso di emergenza) perché non prendono “attivamente” il controllo del veicolo, ma si limitano a fornire avvisi o alert.
3Regolamento UE n.270/2022 (cd. VBER Vertical Block Exemption Regulation).
A cura di
Alessia Cucciniello
Research Analyst degli Osservatori Connected Car & Mobility e Smart City. Da gennaio 2020 lavora presso gli Osservatori Digital Innovation: dapprima con focus sull'Internet of Things e, da novembre dello stesso anno, svolgendo attività di ricerca e progetti in ambito innovazione digitale sui temi Connected Car & Mobility e reti 5G. A fine del 2022 entra nell'Osservatorio Smart City.
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