No Covid no DAD

Contenuto Gratuito Insight EdTech Education Settembre 2022

A cura di:
Mara Soncin – Analista senior dell’Osservatorio EdTech
Camillo Loro – Direttore dell’Osservatorio EdTech

Il nuovo anno scolastico parte come se la pandemia non ci fosse mai stata: via alle mascherine, via libera ai doppi banchi, fine degli orari scaglionati per entrare e uscire. La positività al Covid sarà trattata come assenza giustificata al pari di un’influenza. E se l’annullamento delle restrizioni fa ben sperare per il ritorno alla normalità, anche il buono che dalla situazione di emergenza era arrivato sembra stia per essere cancellato. Infatti, non è prevista la didattica a distanza, neppure per chi è in isolamento in quanto positivo. Tuttavia, le scuole dovranno essere preparate, nel caso di una nuova ondata del virus, a rimettere in atto le misure dello scorso anno.

Dunque, la tecnologia serve solo nei momenti critici? Eppure, da una survey erogata dall’Osservatorio EdTech alle scuole, appare chiaro come la pandemia abbia effettivamente dato una scossa all’intero mercato EdTech. Gli istituti scolastici hanno dovuto fare dei passi avanti nella loro digital transformation in ambito formativo. E i benefici sono stati percepiti fin da subito: dal miglioramento dei processi amministrativi nelle scuole, alla condivisione delle esperienze tra docenti e studenti, fino ad arrivare al miglioramento della qualità educativa stessa. La creazione di nuovi prodotti formativi aumenta la curiosità, l’inclusività e il mettersi in gioco degli studenti e la tecnologia permette l’estensione delle possibilità di apprendimento, secondo tempi e luoghi autonomamente gestibili.

Si tratta, però, di un punto di partenza, in percorso di EdTech transformation che si auspica possa continuare. Gli istituti debbono ancora investire economicamente nella tecnologia, pensando più al ritorno raggiungibile in termini di efficacia che all’aspetto economico, e i docenti devono fare lo sforzo di investire nella propria formazione sia nell’uso della tecnologia che nell’erogazione “innovativa” dei contenuti. Difatti, le limitate competenze degli insegnanti – necessarie per utilizzare correttamente gli strumenti digitali – rappresentano la principale criticità da superare. E non si può pensare di rimanere ancorati alle metodologie tradizionali, soprattutto in questo periodo storico, proprio ora una scossa al processo formativo è stata data. Gli studenti, dal canto loro, stanno prendendo consapevolezza delle potenzialità dell’Educational Technology e richiedono maggiore personalizzazione dei contenuti, possibilità di upskilling e reskilling, desiderio di apprendere nozioni tramite diverse modalità di erogazione (videopillole, applicazioni mobile, realtà virtuali).

Dovrebbe essere il momento giusto per pensare a un piano strutturato di formazione digitale per i docenti in primis, a una chiara strategia digitale negli istituti scolastici. Ma ancora una volta, sembra che l’obbligo rappresenti una delle poche vie per un percorso di digital transformation nel nostro Paese.

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