Metaverso e gestione delle risorse umane: quali applicazioni in ambito HR?

A cura di:
Martina Mauri – Direttrice dell’Osservatorio HR Innovation Practice

Nell’ultimo periodo, complice il rebranding della holding Facebook Inc. in Meta, si sente sempre più spesso parlare di Metaverso e delle sue possibili applicazioni in diversi ambiti, tra cui anche nella gestione delle risorse umane. Si tratta di reali opportunità? E soprattutto, quali risvolti potremmo avere nel mondo del lavoro?

Partiamo dalla definizione. Il termine Metaverso è stato utilizzato per la prima volta all’interno del romanzo cyberpunk Snow Crush nel 1992 per indicare un ipotetico mondo virtuale abitato e vissuto da avatar. Oggi il termine indica un network interoperabile di mondi virtuali creati in 3D. Alla base del Metaverso c’è quindi l’interconnessione di mondi virtuali che rende possibile spostarsi liberamente da un ambiente all’altro portando con sé il proprio avatar e beni digitali. Ad oggi questo concetto è ancora lontano dall’essere reale.
La maggior parte delle soluzioni presenti sul mercato sono mondi digitali a sé stanti, non integrabili con altre piattaforme e più vicine al concetto di realtà virtuale che di Metaverso. Siamo ancora all’inizio di questa trasformazione che, ad oggi, è fortemente legata anche alla tecnologia blockchain. La blockchain potrebbe infatti assicurare che l’ambiente del Metaverso sia veramente decentralizzato e interoperabile e rendere possibile l’acquisto di oggetti per personalizzare il tuo avatar o il tuo ufficio virtuale tramite gli NFT e l’utilizzo di una criptovaluta universale.

La realtà virtuale e il Metaverso sono tematiche che si sono evolute molto nell’ultimo periodo e interessano sempre di più il mondo del lavoro. La pandemia ha fortemente cambiato il nostro modo di lavorare, rendendo il lavoro ibrido la quotidianità. Ha accelerato una trasformazione già iniziata, ma che probabilmente senza questo evento disruptive avrebbe richiesto molto più tempo. Da qui la necessità di integrare sempre di più l’esperienza fisica con quella virtuale, per ottenere i massimi benefici.

Le opportunità per il mondo HR
Un ufficio virtuale in cui poter entrare in contatto con gli avatar dei propri colleghi: questa è la visione del Metaverso che ha mostrato Mark Zuckerberg lo scorso ottobre. Il legame tra mondo virtuale, Direzione HR e mondo del lavoro sembra quindi essere molto stretto. Quali sono dunque le opportunità di questa tecnologia per il mondo HR?
Innanzitutto, partiamo da qualche dato. Ad oggi in Italia, secondo una Ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice che ha coinvolto più di 200 organizzazioni, è solo il 10% a utilizzare sistemi di realtà virtuale e/o aumentata a supporto delle pratiche HR a cui si aggiunge un 9% che ne dichiara l’introduzione per il 2022. Nella maggioranza dei casi viene usata a supporto della formazione – soprattutto per competenze tecniche e/o di prodotto – e in misura minoritaria per i processi di recruiting e onboarding.

Collaborazione
La realtà virtuale consente di creare ambienti di lavoro virtuali abitati dagli avatar dei propri colleghi che si possono incontrare e fermare per fare una chiacchierata, facilitando in questo modo le conversazioni spontanee che solitamente nel mondo fisico avvengono alla macchinetta del caffè. In alcuni casi vengono create delle sale apposite per chi vuole prendersi una pausa e conversare con altri colleghi oppure vivere delle esperienze “alternative” per staccare dalla routine quotidiana immergendosi, ad esempio, in una foresta o nello spazio.
Uno dei risvolti negativi del lavoro da remoto è, per alcune persone, la maggiore difficoltà a staccare dal lavoro, ritagliandosi momenti privati che non siano invasi dalle richieste lavorative. L’utilizzo di ambienti virtuali di lavoro potrebbe facilitare la ricerca di questo equilibrio ricreando la sensazione di entrare e uscire dall’ufficio tutti i giorni.

Onboarding
Grazie alla possibilità di realizzare un tour virtuale dell’azienda, i neoassunti hanno la possibilità di visitare, anche se dislocati in altri Paesi, tutti gli ambienti di lavoro fisici dell’organizzazione, accompagnati da assistenti virtuali che ne raccontano la storia e cercano di trasmettere la cultura aziendale.
Ad esempio, Deloitte dà la possibilità di poter visitare virtualmente i propri spazi sia via desktop che tramite visori (per un’esperienza più immersiva).

Recruiting
L’utilizzo di mondi virtuali può essere uno strumento a disposizione delle organizzazioni per rendersi attrattive agli occhi delle nuove generazioni. Infatti, i più giovani, nella maggior parte dei casi, sono già avvezzi all’utilizzo di queste tecnologie e le utilizzano sempre di più anche per comunicare tra di loro. Inoltre, possono essere utilizzate per rendere più efficace un colloquio virtuale, grazie alla possibilità di testare competenze e abilità dei candidati tramite simulazioni di casi reali o pratici.
Un esempio interessante è quello di Samsung, che realizza job fair tramite una piattaforma virtuale. Ciascun candidato, tramite il proprio avatar, ha la possibilità di parte agli eventi di presentazione dell’azienda e avviare conversazioni one to one con gli avatar dello staff di Samsung.

Formazione e sviluppo
Realtà virtuale e realtà aumentata stanno già rivoluzionando i tradizionali processi di formazione e sviluppo. Grazie alla creazione di ambienti virtuali, le persone possono immergersi in simulazioni per allenare sia lo sviluppo di particolari competenze e abilità tecniche, ad esempio in ambito medico o in contesti caratterizzati da un livello di rischio molto elevato, ma anche per allenare le competenze “soft”, sempre più importanti in tutti gli ambiti lavorativi. Ad esempio, Walmart dà la possibilità di accedere ad ambienti virtuali tramite l’utilizzo di visori per allenarsi ad interagire con clienti particolarmente esigenti o a reagire a situazioni impreviste. Queste simulazioni vengono anche utilizzate per determinare il potenziale dei collaboratori e definire i percorsi di crescita interni.
Un altro caso è quello di Vodafone, che ha creato un’esperienza immersiva rivolta ai team manager delle squadre di manutenzione per aumentare la consapevolezza sui pericoli del lavoro in quota e l’importanza dei dispositivi di protezione individuale.

Nuovi ruoli
Il Metaverso e la diffusione di sistemi di realtà virtuale e aumentata stanno portando anche alla nascita di nuovi ruoli all’interno del mondo del lavoro, che la Direzione HR dovrà saper attrarre o sviluppare. Ad esempio, il “Web3 developer”, designer della realtà virtuale o aumentata, o il “Crypto artist”, l’artista digitale che grazie alla blockchain rende uniche e non riproducibili le sue opere. Le difficoltà su questo tema saranno quelle di riuscire a rendere l’organizzazione attrattiva per questa tipologia di figure e di ingaggiarle in progetti e ambienti di lavoro all’altezza delle aspettative.

Possibili rischi e punti di attenzione
L’implementazione di realtà virtuali non è esente da possibili rischi e punti di attenzione.
Innanzitutto, l’accesso alla realtà virtuale può avvenire tramite desktop, joystick o l’utilizzo di visori. Muoversi nella realtà virtuale con un visore può avere le sue limitazioni. Occorre avere uno spazio adeguato in cui muoversi in sicurezza, privo di ingombri e potenziali oggetti su cui la persona spostandosi nel mondo virtuale potrebbe urtare nel mondo fisico. Un ufficio nel Metaverso si configurerebbe quindi come un ambiente in cui gli avatar sono seduti quasi immobili alle proprie postazioni. In alternativa, coma avviene nel mondo del gaming, è possibile muoversi utilizzando un joypad o la modalità desktop, ma questo renderebbe forse l’esperienza meno immersiva e si andrebbe a perdere l’immediatezza e la spontaneità dei gesti (laddove siano riconoscibili dal visore). A queste difficoltà si aggiunge il fatto che i visori non sono sempre comodi da portare, soprattutto per lunghi periodi di tempo e posso causare nausea, mal di testa e vertigini. Questo malessere è dovuto al fatto che quando il cervello pensa che ci stiamo muovendo, ma il corpo è statico, crea una disconnessione tra i due che causa abbastanza confusione da creare questi fastidi.
Non bisogna però dimenticare che nel gaming è ampiamento diffuso l’utilizzo della modalità desktop o dei joystick, per cui per chi è pratico di questo ambiente muoversi attraverso questi strumenti sarà sicuramente più naturale. Per dare un’idea della rilevanza di questo mercato nelle nuove generazioni da un sondaggio di Deloitte Digital Media Trends del 2021 emerge che l’87% della generazione Z afferma di giocare ai videogames su base giornaliera o settimanale.

Un altro punto di attenzione che la Direzione HR dovrà affrontare con il diffondersi di mondi virtuale è anche la gestione di comportamenti inaccettabili come bullismo, molestie e furto di dati. Ad esempio, è dello scorso 24 marzo la denuncia di uno stupro avvenuto in un ambiente virtuale. La tutela dei diritti della persona dovrà quindi diventare una priorità nelle agende della Direzione HR che vorranno implementare mondi virtuali a supporto dei loro processi.
Infine, il tema del reskilling e upskilling. Oltre alla nascita di nuovi ruoli da inserire e integrare in azienda, saranno necessarie per tutti i lavoratori e per le Direzioni HR, incaricate della loro gestione, nuove competenze per poter lavorare, collaborare e formarsi. Ancora una volta, le nuove generazioni saranno sicuramente facilitate in questo passaggio (che può rappresentare una forte leva di ingaggio per loro), ma sarà importante l’accompagnamento dei lavoratori più senior e di quelli più diffidenti verso queste nuove tecnologie.

In sintesi, sono parecchie le sfide legate all’evoluzione della realtà virtuale e del Metaverso che attendono la Direzione HR. Alla base rimane la considerazione che, come tutte le leve tecnologiche, anche il Metaverso è solo uno strumento, non un fine. L’obiettivo è quello di migliorare l’esperienza delle persone e renderla sempre più vicina a quella che le nuove generazioni vivono già nella propria vita privata. La relazione fisica rimarrà un elemento imprescindibile per le organizzazioni, anche se sempre più integrata alla dimensione digitale.

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