Il DEF e i pagamenti digitali: quali sono le operazioni che l’Italia ha adottato e vuole implementare per contrastare l’evasione fiscale?
L’11 Aprile 2023 il Consiglio dei Ministri ha deliberato il Documento di Economia e Finanza (DEF), ossia il principale strumento di programmazione economico-finanziaria che l’Italia seguirà in un orizzonte di breve e medio termine. Dopo circa due settimane, il 28 aprile, la Camera e il Senato hanno definitivamente approvato il testo.
Nella sezione “Programma di Stabilità” del documento, fra le “azioni intraprese e linee di tendenza” si trova un focus sulla lotta all’evasione fiscale, in cui vengono aggiornati i risultati sia per quanto riguarda l’attività di accertamento e controllo, sia per l’attività di promozione della compliance. Fra gli aspetti che vengono evidenziati si possono trovare le azioni intraprese e previste in materia di pagamenti elettronici e POS già previsti dal PNRR ed entrati in vigore nel corso dello scorso anno. I pagamenti digitali, infatti, sono considerati un aspetto fondamentale per contrastare l’evasione fiscale.
La correlazione fra i pagamenti digitali e l’evasione fiscale
Esistono diversi studi scientifici che spiegano e dimostrano la relazione fra l’economia sommersa (il valore aggiunto che viene nascosto attraverso dichiarazioni che non sono veritiere oppure che viene prodotto attraverso il lavoro non dichiarato) e i pagamenti che vengono effettuati attraverso strumenti non rintracciabili, quali appunto il contante. Ad esempio, nel 2021 Banca d’Italia ha pubblicato uno studio dal titolo “Pecunia Olet. L’uso del contante e l’economia sommersa”, in cui viene mostrato come un aumento di 1 punto percentuale del numero di transazioni in contante si traduce, a parità di condizioni, in un aumento dell’incidenza dell’economia sommersa (tra 0.8 e 1.8 punti percentuali).
Un’altra analisi, pubblicata sempre da Banca d’Italia nel 2022 con il titolo “Mind the Gap! The (unexpected) impact of COVID-19 pandemic on VAT revenue in Italy”, mostra che il gettito IVA nel 2020 è diminuito in misura minore rispetto alla diminuzione dei consumi, contrariamente a quello che ci si sarebbe potuto aspettare. Questo è dovuto a due motivi principali. Da un lato c’è stato un cambiamento nelle abitudini di consumo in risposta alla crisi pandemica, che ha portato ad un maggiore consumo di beni durevoli, caratterizzati da aliquote IVA più alte, e una riduzione della spesa per servizi, caratterizzati tipicamente da una maggiore propensione all’evasione. Dall’altro lato, è aumentata la compliance grazie all’aumento dei pagamenti cashless. I risultati delle analisi, infatti, mostrano che l’aumento di 1 punto percentuale della quota di pagamenti cashless si traduce, a parità di condizioni, in un aumento di 0,4 punti percentuali del gettito IVA. In altre parole, il maggior ricorso ai pagamenti elettronici porta ad un aumento del gettito IVA.
L’evasione fiscale in Italia: alcuni numeri
Secondo quanto riportato nella sezione del DEF sopra menzionata, negli ultimi anni si evidenzia un netto miglioramento della tax compliance: nel biennio 2018-2019 si registra una riduzione dell’evasione tributaria rispetto al 2017, pari complessivamente a 8,8 miliardi (-9,2%), di cui circa 5,2 miliardi nel 2018 e circa 3,6 miliardi nel 2019. Al contrario, la propensione al tax gap (indicatore percentuale che evidenzia la propensione dei cittadini ad evadere il fisco) sta diminuendo, passando dal 21,1 percento del 2015 al 17,8 percento nel 2020, mostrando un significativo miglioramento soprattutto nel triennio finale. Nonostante i miglioramenti, il tax gap dell’IVA resta comunque superiore alla maggior parte degli altri paesi europei. Nel 2020, l’Italia ha registrato il valore nominale di IVA evasa più alto dell’Unione Europea (26 miliardi di euro), terzo in termini percentuali, con il 20,8% dell’imposta dovuta che invece viene sottratta alle casse dello stato, dopo Malta (24,1%) e Romania (35,7%).
Le misure in ambito pagamenti elettronici volte a combattere l’evasione fiscale
Per favorire ulteriormente lo scenario di riduzione dell’evasione fiscale, soprattutto circa la componente derivante dall’omessa fatturazione, il Governo italiano, seguendo le orme del PNRR, ha approvato diverse misure. Innanzitutto, è stata anticipata al 30 giugno 2022 l’applicazione delle sanzioni per mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito già previste a decorrere dal 1°gennaio 2023. In secondo luogo, è stato introdotto l’obbligo per gli operatori finanziari o di trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti, nonché l’importo complessivo delle transazioni giornaliere effettuate mediante gli stessi strumenti. Queste novità consentiranno all’Agenzia delle Entrate di incrociare i dati delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi dagli esercenti, con i dati dei POS. Nel caso di discrepanze, potranno essere predisposte lettere di compliance agli operatori. Infine, seguendo un’analisi costi-benefici degli incentivi introdotti per stimolare l’utilizzo di pagamenti digitali da parte dei consumatori, il Governo introdurrà, in alternativa al Cashback, interventi normativi volti a migliorare il funzionamento della lotteria degli scontrini: si prevede una revisione del sistema premiale, in modo da aumentare il numero di vincite e semplificare la regolamentazione della stessa.
A cura di
Giulia Spinelli
Innovative PaymentsRicercatore dell’Osservatorio Innovative Payments
Matteo Ruggieri
Innovative PaymentsRicercatore Osservatorio Innovative Payments
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