Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione: siamo pronti al balzo?

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Intelligenza Artificiale e Pubblica Amministrazione: a che punto siamo?

Martedì 7 maggio si è tenuto il primo workshop 2024 dell’Osservatorio Agenda Digitale, dedicato all’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione. L’evento ha vantato la partecipazione di tre istituzioni chiave al panel: il Joint Research Centre della Commissione Europea (JRC), l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e la Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Svoltosi in modalità ibrida, il workshop ha esplorato le potenzialità di applicazione dell’IA nel contesto italiano e le sfide che il settore pubblico dovrà affrontare nei prossimi anni per diventare effettivamente AI-ready.
Dai diversi interventi, è per l’appunto emerso uno scenario caratterizzato da luci e ombre. Da una parte, infatti, il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia è in forte crescita, registrando un +262% negli ultimi 6 anni, di cui il 52% solo nell’ultimo anno, e arrivando a un valore di 760 milioni nel 2023 (Osservatorio Agenda Digitale, 2023). Dall’altra parte, non solo il Paese fatica a trattenere i talenti con le competenze adeguate, ma la stessa diffusione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione è limitata, in quanto il 50% delle istituzioni non ha attivato progetti in questo ambito (rilevazione interna di CDP). Allo stesso modo, nonostante la PA si sia dotata di linee programmatiche – inserendo per la prima volta l’IA quale linea strategica nel Piano Triennale 2024-2026 e pubblicando una strategia ad hoc (AgID, “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026”) –, non sono ancora sufficientemente diffuse né una cultura del dato né infrastrutture adeguate a un’adozione sostenibile ed efficace di tecnologie IA.
In particolare, durante l’illustrazione dell’assetto programmatico europeo e italiano per l’IA, Fabio Massimi, Policy Officer della Segreteria tecnica e coordinamento della Direzione Generale di AgID, ha sottolineato l’importanza delle competenze per garantire la digital-readiness della PA italiana. Nel contesto del Piano Triennale 2024-2026, infatti, si enfatizzano la formazione e le competenze dei dipendenti pubblici come aspetti chiave per favorire la diffusione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione e promuoverne un’applicazione consapevole ed efficace. A tal proposito, un approfondimento del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per L’Informatica) e del Comitato di Intelligenza Artificiale ha identificato quattro figure imprescindibili, dotate di competenze chiave, che dovrebbero essere incluse nei diversi uffici per supportare efficacemente l’innovazione: l’innovation manager, un esperto di questioni etiche, un esperto di apprendimento automatico e un esperto di dati.

Come si posiziona l’Italia rispetto agli altri Paesi per la diffusione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione?

Su questo punto è intervenuto Luca Tangi, Project Officer del JRC della Commissione Europea, il cui intervento si è concentrato sulla divulgazione dei risultati di un questionario sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione a livello europeo. Secondo le analisi condotte, le amministrazioni italiane mostrano una minore attività rispetto a quelle europee nell’adozione e nell’utilizzo delle soluzioni di AI (il 40% dei rispondenti italiani ha affermato che nella propria organizzazione non vi sono progetti attivi sul tema, contro il 34% europei). Ciononostante, l’Italia è più ottimista sotto il profilo dei benefici attesi dalla tecnologia. La valutazione delle PA italiane sull’aspettativa sull’IA per il miglioramento dei processi interni e per la qualità dei servizi offerti all’utenza è pari a +1,37 e +1,50 maggiore rispetto a quella europea (in una scala likert da 1 a 7). L’utilizzo dell’AI generativa invece appare ancora poco diffuso, dato principalmente spiegato dalla mancanza di conoscenza da parte dei rispondenti (il 63% dei rispondenti italiani non conosce gli strumenti, contro il 42% europeo).
A completamento di questo quadro, dal censimento internazionale 2023 dell’Osservatorio sui casi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione, emerge che l’Italia è tra i front-runner per quanto riguarda il numero di soluzioni di IA per la PA, con 73 progetti censiti. I risultati del progetto, inoltre, informano che a livello globale le soluzioni di Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione tendono a riguardare il governo centrale e a focalizzarsi sugli ambiti di esplorazione di dati e supporto decisionale. Questa evidenza suggerisce che al momento il settore pubblico sta impiegando l’IA per analizzare in modo più efficiente grandi quantità di dati complessi e ottenere evidenze empiriche a supporto delle politiche pubbliche.
Se però l’Italia può essere considerata fra i primi Paesi al mondo per numero di progetti attivi sull’Intelligenza Artificiale per la Pubblica Amministrazione, è più carente sotto altri punti di vista. Secondo i dati riportati da Vincenzo Severino, Responsabile del centro di competenza Digitalizzazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), l’Italia deve ancora colmare molte lacune per diventare effettivamente AI-ready, tra cui, ancora, la mancanza di competenze specifiche in materie STEM dei dipendenti pubblici, nonché di infrastrutture abilitanti per sviluppo di soluzioni ad alta capacità computazionale. CDP inoltre ha inoltre ribadito la scarsa diffusione di soluzione di IA e la bassa maturità del settore – secondo una rilevazione interna circa l’80% delle iniziative sono ancora in fase di sperimentazione). CDP, a questo proposito, si propone di affiancare le PA nel processo di Trasformazione Digitale sotto diversi profili, primo fra tutti nel finanziamento di progetti innovativi, nella consulenza per stesura dei capitolati e bandi di gara, per analisi di mercato e project management e nel supportare la collaborazione tra pubblico e privato, mettendo in sinergia le competenze del gruppo CDP con le società partecipate per la realizzazione di progetti speciali e soluzioni ad hoc.

L’Italia è pronta all’adozione dell’Intelligenza Artificiale per la Pubblica Amministrazione?

L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione in Italia rappresenta una grande opportunità, ma anche una serie di sfide significative. Se da un lato il Paese ha dimostrato un grande ottimismo e predisposizione al cambiamento, dall’altra parte deve ancora investire nello sviluppo di numerosi ambiti. Primo fra tutti, nei prossimi anni l’Italia dovrà insistere nell’espandere le competenze in ambito STEM dei dipendenti pubblici e attuare delle misure efficaci per attrarre e trattenere talenti. Secondariamente, dal punto di vista infrastrutturale, sarà fondamentale che l’Italia si doti di strutture a supporto di una sempre più avanzata raccolta e interoperabilità dei dati, e l’accesso a tecnologie avanzate in maniera omogenea in tutti i territori. Infine, sarà importante allocare finanziamenti specifici per lo sviluppo di soluzioni innovative, anche puntando a una più integrata collaborazione tra pubblico e privato.

A cura di

AT

Alessandra Thi Mandelli

Dottoressa in Economics and Political Science presso l’Università degli Studi di Milano, Junior Researcher presso Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano.

IV

Irene Vanini

Ricercatrice degli Osservatori eGovernment e Agenda, coltiva progettualità relative a: innovazione, trasformazione digitale e governance nella Pubblica Amministrazione.

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