Conflitto e crisi climatica: il ruolo del digitale per un agroalimentare più sostenibile e resiliente
Il 2022 è stato un anno molto complesso per il settore agroalimentare. La crisi causata dal conflitto russo-ucraino, con le conseguenti sanzioni economiche imposte alla Russia, ha avuto gravi effetti sui mercati internazionali: i prezzi delle materie prime (come petrolio, gas e alcuni prodotti agricoli tra cui cereali e oli vegetali) hanno registrato un’impennata, aggravando il peso dell’inflazione e compromettendo la sicurezza alimentare di alcuni Paesi, già duramente colpita dai problemi legati al cambiamento climatico e alla pandemia di COVID-19 (OECD, 2022) Il processo inflativo ha quindi messo a dura prova l’intera filiera produttiva agroalimentare: secondo i dati Istat, se i prezzi dei prodotti venduti ai consumatori sono aumentati del 19,1%, ancora più̀ forte (+23,6%) è stato l’incremento dei costi sostenuti dagli agricoltori. La forte siccità che ha colpito tutta l’Europa, incluso il nostro Paese, ha ulteriormente messo a dura prova il settore agricolo.
A fronte a queste pressioni, è emersa ancora di più la consapevolezza di quanto sia necessario introdurre le tecnologie digitali nella produzione agroalimentare. Gli attori del settore – dal mondo agricolo alla trasformazione e distribuzione alimentare – nonostante il contesto, continuano a mostrarsi positivi rispetto al ruolo che riveste il digitale per rendere l’agroalimentare sempre più resiliente e competitivo.
Durante gli incontri organizzati dall’Osservatorio Smart AgriFood nel corso della sesta edizione della ricerca (conclusasi il 16 marzo 2023, con il Convegno finale) è emerso, attraverso i tanti esempi e i casi portati dai produttori agroalimentari e dai provider di servizi e soluzioni – come il digitale si sia rivelato un prezioso alleato per rispondere ad alcuni elementi di shock legati ai fattori di crisi sopra descritti. Le soluzioni di agricoltura di precisione, ad esempio, sono uno strumento efficace per aiutare le aziende agricole a razionalizzare l’utilizzo degli input produttivi e ottenere – tra i vari benefici – un risparmio economico. Si pensi sistemi di supporto alle decisioni che, grazie ai dati raccolti tramite sensori in campo, droni o apparecchiature satellitari, sono in grado di mappare il terreno e fornire indicazioni precise circa l’utilizzo degli input e i trattamenti necessari nelle diverse aree del campo. Per ottimizzare l’utilizzo di carburante si possono inoltre utilizzare i sistemi di guida parallela; e anche nel campo della zootecnia, le soluzioni digitali per il monitoraggio delle scorte dei mangimi – ad esempio sensori installati sui silos – aiutano gli operatori a gestire e pianificare le ordinazioni, rendendo il consumo più efficiente e favorendo l’economia circolare. Il digitale aiuta gli agricoltori anche nella gestione delle risorse idriche, divenute sempre più preziose a causa del cambiamento climatico: i sistemi di irrigazione di precisione e i dati meteo raccolti in campo aiutano le aziende agricole a pianificare e dosare in modo ottimale la risorsa. Anche nelle produzioni industriali e nella logistica si sperimentano e adottano sempre più soluzioni che consentono un risparmio energetico, ad esempio algoritmi per l’ottimizzazione dei flussi di trasporto, o sistemi intelligenti per il monitoraggio e il controllo della climatizzazione o dell’illuminazione degli stabilimenti. E queste sono soltanto alcune delle aree all’interno delle quali il digitale sta contribuendo a rendere il settore più efficiente, produttivo e sostenibile.
Appare quindi evidente che le soluzioni digitali abbiano un ruolo chiave per gestire efficacemente le risorse, specialmente in un momento in cui queste scarseggiano. Tuttavia, se da un lato sono innegabili i benefici che le soluzioni 4.0 portano in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale, dall’altro la loro diffusione presenta ancora diverse sfide. In primis quella dell’interoperabilità, fondamentale per poter implementare più̀ soluzioni 4.0 in parallelo e poter davvero mettere a valore i dati, all’interno della singola azienda ma anche – e soprattutto – lungo tutta la filiera. Soltanto così si potrà giungere al pieno sviluppo del paradigma dell’Agricoltura 4.0.
A cura di
Chiara Corbo
DirettriceDirettrice degli Osservatori Smart AgriFood e Food Sustainability del Politecnico di Milano. Laureata con il massimo dei voti in Economia Aziendale, ha conseguito nel 2014 il Dottorato in “Agrisystem”, la Scuola di Dottorato sul sistema agroalimentare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Svolge dal 2010 ricerca sui temi della qualità, tracciabilità e sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Ha collaborato con società di consulenza e istituti di ricerca in Italia e all’estero. Su questi temi è autrice di pubblicazioni accademiche e divulgative.
Cosimo Pacciani
Smart AgriFoodLaureato in Economia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dal 2022 lavora presso l’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano come analista, svolgendo ricerca sulla digitalizzazione del settore agroalimentare, in particolare sui temi relativi all’Agricoltura 4.0 e all’impatto delle tecnologie digitali sul carbon farming e le agroenergie.
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