Il ruolo cruciale delle startup per la competitività europea secondo il Report Draghi
L’opinione e la considerazione delle startup sta convergendo verso la convinzione del loro ruolo cruciale per la competitività di un Paese, concentrando l’attenzione sull’innovazione. Queste giovani aziende, capaci di evolversi rapidamente, sono oggi uno dei principali motori di crescita economica e progresso tecnologico. A livello globale, le startup si distinguono per la loro capacità di creare nuovi modelli di business, aprire mercati inesplorati e generare valore aggiunto, contribuendo in modo decisivo al rilancio della competitività e della produttività europea.
Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Startup Thinking, oltre il 58% delle grandi aziende italiane collabora attivamente con le startup, dimostrando una crescente consapevolezza dell’importanza strategica di queste partnership. Tuttavia, nonostante l’aumento di queste collaborazioni, persistono difficoltà che ostacolano il pieno sviluppo dell’ecosistema, come sottolineato nel Report Draghi, che evidenzia l’urgenza di superarle.
Startup in Europa: sfide e opportunità per le giovani imprese
Le startup europee si distinguono per la loro capacità di portare innovazioni dirompenti in settori cruciali come l’Intelligenza Artificiale, la sostenibilità e la Trasformazione Digitale. Tuttavia, una delle principali criticità riguarda la capacità di scalare efficacemente le soluzioni innovative. Come sottolineato dal Report Draghi, il passaggio dalla fase di avvio allo scale-up rappresenta un momento cruciale per garantire la crescita economica dell’Europa.
Un primo ostacolo individuato nel report è la necessità di rendere il sistema burocratico più snello e meno complesso per le startup. Tra le misure proposte, viene suggerito l’introduzione di uno statuto legale europeo per le startup innovative, che permetterebbe loro di operare con una singola identità digitale valida in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Ciò ridurrebbe notevolmente le complessità burocratiche che spesso ostacolano le startup durante il processo di scale-up, facilitando la loro espansione internazionale senza la necessità di costituire nuove entità legali in ciascun Paese.
Inoltre, il report evidenzia l’importanza di un brevetto unitario europeo, che semplificherebbe e ridurrebbe i costi per la protezione della proprietà intellettuale, aiutando così le startup a espandersi sui mercati esteri e a commercializzare le loro innovazioni con maggiore rapidità ed efficacia.
I dati dell’Osservatorio Startup Thinking confermano queste problematiche: tra le principali criticità che emergono nel rapporto tra imprese e startup, il 44% riguarda i tempi di sviluppo più lunghi del previsto, che rallentano così il processo di scale-up. A questo si aggiunge la mancanza di budget e risorse con un’incidenza complessiva del 47%. Questi ostacoli limitano la capacità di sostenere e accelerare lo sviluppo dei progetti innovativi, compromettendo la possibilità di una crescita su larga scala e riducendo la competitività globale.
Un ecosistema finanziario a supporto delle startup
Un tema centrale del Report Draghi riguarda la necessità di rafforzare e rendere più flessibile l’ecosistema finanziario europeo per supportare le startup, in particolare nella fase di scale-up. Per affrontare questa criticità, il report propone di potenziare strumenti come il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) e il Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC), ampliando il ruolo di quest’ultimo fino a renderlo simile all’ARPA statunitense, con la capacità di sostenere progetti ad alto rischio ma con un elevato potenziale innovativo.
Inoltre, viene sottolineata l’importanza di aumentare il numero di investitori angelici (Angel Investors), fondamentali per sostenere le startup nelle fasi iniziali, in quanto il capitale fornito da questi soggetti è spesso essenziale per il passaggio dalle prime fasi di sviluppo al lancio di prodotti sul mercato. Nonostante alcuni miglioramenti, l’ecosistema di Angel Investors nell’UE è ancora relativamente sottosviluppato rispetto agli Stati Uniti, dove il volume di finanziamenti provenienti dagli investitori angelici supera addirittura quello dei fondi di venture capital. Gli investitori angelici non solo forniscono capitali, ma offrono anche mentoring e guida alle startup, rappresentando una componente cruciale per un ecosistema innovativo di successo. Tuttavia, la mancanza di informazioni su opportunità di investimento transfrontaliere e le differenze nei regimi fiscali tra gli Stati Membri contribuiscono alla frammentazione dell’ecosistema europeo.
Il report evidenzia anche la debolezza del mercato del Venture Capital (VC) in Europa, soprattutto in termini di finanziamenti per lo scale-up. Infatti, la quota del mercato VC europeo rimane bassa rispetto a quella degli Stati Uniti, nonostante la sua crescita nell’ultimo decennio. La quota di fondi VC raccolti nell’UE rappresenta solo il 5% del totale mondiale (60 miliardi di euro nel 2023), contro il 52% degli Stati Uniti e il 40% della Cina. In Italia la raccolta di equity per startup italiane da parte dei VC nazionali ha raggiunto nel 2023 la quota di 523 milioni di euro, secondo i dati dell’Osservatorio Startup & Scaleup Hi-tech, contribuendo al dato europeo solo per poco meno dello 0,9%. Inoltre, il livello di investimenti VC nell’UE rappresenta solo lo 0,05% del PIL annuo, sei volte inferiore rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito. La mancanza di fondi VC di grandi dimensioni e ben diversificati nell’UE ostacola il finanziamento di progetti di vasta portata e limita la capacità delle startup europee di crescere fino a raggiungere il loro pieno potenziale.
Creare un ambiente che attragga capitali e riduca i rischi per gli investitori è fondamentale per dare un forte slancio alle startup, permettendo loro di crescere e competere a livello internazionale. Un passo chiave sarebbe l’ampliamento del mandato del Gruppo BEI (Banca Europea per gli Investimenti), che potrebbe co-investire in imprese con elevate necessità di capitale, riducendo così i rischi per gli investitori privati e stimolando nuovi investimenti a favore delle startup innovative, così come fanno le singole Casse nei Paesi. In Italia è meritorio il lavoro di Cassa Depositi e Prestiti con i propri fondi e il coinvolgimento delle corporate nazionali.
Un mercato globale l’internazionalizzazione delle startup
Il Report Draghi sottolinea, inoltre, la necessità di promuovere l’internazionalizzazione delle startup. Attualmente, molte startup europee faticano a espandersi oltre i confini nazionali a causa della mancanza di accesso a mercati globali e di reti di sostegno. Per affrontare questa sfida, il Report propone la creazione di programmi specifici di internazionalizzazione, che colleghino le startup europee con ecosistemi di innovazione esteri, favorendo la collaborazione con partner tecnologici e industriali internazionali. Inoltre, si suggerisce di facilitare la partecipazione delle startup a fiere e acceleratori internazionali, nonché di potenziare il ruolo delle delegazioni commerciali dell’UE come catalizzatori per l’accesso a nuovi mercati. Queste misure aiuterebbero le startup europee a superare le barriere all’ingresso nei mercati globali e a scalare più rapidamente.
Il Report evidenzia anche la disparità di accesso alle infrastrutture digitali come uno degli ostacoli principali per le startup europee. Sebbene alcune regioni dispongano di una rete digitale avanzata, molte altre aree dell’Unione Europea soffrono di una carenza di infrastrutture adeguate. Per colmare questo divario, il Report Draghi sottolinea la necessità di investire nel potenziamento delle reti digitali, come la diffusione del 5G e l’accesso a una banda larga ultraveloce in tutte le aree del continente. Questo investimento è considerato fondamentale per garantire che tutte le startup europee, indipendentemente dalla loro posizione geografica, possano accedere alle tecnologie necessarie per competere a livello globale. Inoltre, il Report suggerisce la creazione di poli di innovazione digitale, distribuiti in tutto il territorio europeo, che forniscano supporto tecnologico e consulenza specializzata alle startup locali, riducendo così il divario tra le regioni più sviluppate e quelle meno avanzate.
Il ruolo delle competenze nella crescita delle startup
Sul fronte delle competenze, il Report Draghi evidenzia la necessità di un sistema di educazione e formazione continua per sostenere la crescita delle startup e la loro capacità di innovare. In un contesto economico in rapido cambiamento, è essenziale che le startup abbiano accesso a talenti qualificati e aggiornati. Per questo motivo, il Report propone l’istituzione di programmi formativi mirati, sviluppati in collaborazione con università e centri di ricerca, che includano corsi su tecnologie avanzate come Intelligenza Artificiale, Blockchain e Cybersecurity, oltre a moduli dedicati alle competenze gestionali necessarie per affrontare le sfide dello scale-up. Oltre alla formazione tecnica, il Report sottolinea l’importanza di incentivare un approccio di lifelong learning, che consenta ai lavoratori di aggiornare continuamente le proprie competenze digitali e imprenditoriali, mantenendosi competitivi in un contesto globale in evoluzione. Infine, il Report evidenzia l’importanza di reti di mentoring e accelerazione, che possano supportare i fondatori di startup nello sviluppo delle loro capacità imprenditoriali, aiutandoli a prendere decisioni strategiche nelle fasi critiche del percorso di crescita.
Un nuovo impulso per le startup e l’innovazione
L’ecosistema delle startup europee ha recentemente ricevuto un forte segnale di supporto, questo anche grazie alla nomina di Ekaterina Zaharieva come Commissaria per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione. Annunciata dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il 17 settembre 2024, Zaharieva è la prima a ricoprire un ruolo con una job title che inizia con un focus diretto sulle startup, seguita dalla ricerca e dall’innovazione. Questo ordine non è casuale: l’Europa riconosce che le giovani imprese innovative sono la chiave per sbloccare nuovo valore e creare soluzioni dirompenti. La ricerca rappresenta il motore che alimenta queste imprese, fornendo loro le basi scientifiche e tecnologiche necessarie. Tuttavia, è solo grazie a un sostegno mirato alle startup che tali innovazioni possono evolvere in prodotti e servizi concretamente commercializzabili e utili per l’intero mercato. Dunque, l’innovazione si realizza quando queste startup riescono a crescere, ad attirare investimenti e a trasformare le loro idee in realtà economiche concrete.
La nomina di Zaharieva segnala quindi la volontà di non vedere le startup solo come un’appendice del sistema economico, ma come il vero motore di crescita. L’obiettivo è far sì che queste giovani imprese possano beneficiare di un contesto più favorevole per lo scaleup, superando le barriere che attualmente limitano il loro sviluppo.
L’Osservatorio Startup Thinking prosegue il suo impegno con le principali aziende e le pubbliche amministrazioni italiane per far conoscere e supportare l’ecosistema startup. La speranza è che anche le Istituzioni del nostro Paese colgano questi segnali con coraggio e passione, per superare i vincoli che frenano la crescita nazionale.
A cura di
Alessandra Luksch
DirettriceDirettrice degli Osservatori Startup Thinking e Digital Transformation Academy.
Rita Giordano
Analista, Osservatorio Startup ThinkingSiamo a tua disposizione per informazioni e assistenza
Martina Vertemati
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