5G, l’Italia ancora avanti piano, ma nel 2025 il mercato potrà valere 200 milioni di euro
- Aumentano sempre di più le aspettative verso l’Open RAN. Cresce l’attenzione verso le prime reti private o dedicate in tutta Europa per rispondere alle richieste del mercato B2b. In USA si muovono già i grandi Cloud Provider, con un approccio fortemente sinergico al proprio business model, e lanciano a distanza una sfida ai player europei
- In Italia, in linea col resto d’Europa, ancora lento lo sviluppo progetti nel B2b, ma le prospettive sono di un mercato tra i 40 e i 200 milioni di euro entro tre anni
- Nessuno dei 71 casi di deployment di rete privata/dedicata presenti in Europa è attualmente in produzione
Gli ultimi 12 mesi sono stati molto importanti per lo sviluppo del 5G. Abbiamo assistito al consolidarsi di un quadro sempre più strategicamente orientato a dare sostanza alla visione promessa dalla tecnologia 5G, con la conferma di un interessamento sempre più forte in ambiti come, ad esempio, il manufacturing e la mobility. Si sono affacciati i grandi player del cloud, che nel mercato americano oggi offrono le prime soluzioni di reti private con installazione plug & play e integrazione con altri servizi cloud. L’Italia, nonostante un alto livello di copertura della rete su tutto il territorio, anche se ancora in DSS, vede uno sviluppo di progetti molto lento. Le prospettive, però, sono buone. Entro il 2025 il mercato industriale potrà valere 40 milioni di euro nel caso in cui la quinta generazione di reti mobili sarà utilizzata solo per test tecnologici e parziale re-ingegnerizzazione di processi. Se invece si lavorerà nella giusta direzione in modo che l’offerta si strutturi, e che il 5G diventi lo standard per la connettività industriale e nel mondo business, il mercato potrà valere 200 milioni di euro. In questo secondo caso si raggiungerà un valore con una curva di crescita in linea con i primi anni di innovazioni diventate poi pervasive nel mondo business, come l’Internet of Things o il Cloud.
Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata oggi durante il convegno “5G: visione, strategia e contingenza”.
“Gli ultimi 12 mesi sono stati molto importanti per lo sviluppo nello scenario globale del 5G, che ha consolidato la sua promessa di diventare la piattaforma di connettività e di sviluppo applicativo per un mondo connesso senza limitazioni di velocità, latenza, densità, affidabilità. – dichiara Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond – Lato tecnologico, si sono affermate alcune evoluzioni che già si erano intuite negli scorsi anni, come le architetture basate sulla disaggregazione delle funzioni della rete secondo lo standard Open RAN e le reti private, che già esistono in 4G ma solo con il 5G diventeranno un’importante componente architetturale e strategica. Lato mercato industriale in USA sono entrati nel mondo del 5G privato i grandi player del cloud, con un approccio legato al loro modello di business, una mossa strategica che non può sfuggire ai nostri attori telco e a tutto l’ecosistema, perché nei prossimi due-tre anni si giocherà la partita decisiva per il settore anche sulla base delle scelte che dovranno essere fatte in Europa sulla gestione dello spettro radio”.
“La causa del lento sviluppo del mercato in Italia è da ricercarsi in particolare nella maturità dell’offerta, dalla difficoltà a reperire terminali industriali per sviluppare use case all’offerta di connettività – spiega Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond – ma non va trascurata anche la difficoltà nel trovare una proposizione di valore ben definita che giustifichi l’investimento iniziale. Per guidare il mercato del 5G verso lo scenario più ottimistico, un ruolo fondamentale è quello dei grandi progetti sistemici, pubblici o misti pubblico-privato: la transizione verso il 5G di comparti come forze di polizia, reti ferroviarie, utilities, città intelligenti può creare massa critica, standardizzare l’offerta, chiarire i meccanismi di valore e accelerare la transizione da un mercato di sperimentazioni ad un mercato di applicazioni”.
La copertura della rete
Secondo le analisi DESI 2022 e GSMA Intelligence, il 5G in Italia copre tra il 96% il 99,7% della popolazione; secondo questi dati l’Italia è il paese con la maggiore copertura 5G in Europa, contro il 65,8% della media. Questa fotografia considera, però, la copertura ottenuta con il cosiddetto Dynamic Spectrum Sharing che consente ad un operatore telefonico di sfruttare lo spettro di frequenze del 4G anche per il 5G. Considerando solo la copertura 5G Non Stand Alone, l’Italia a fine 2021 risulta tra gli ultimi paesi in Europa, con un valore pari al 7,3%. Le azioni intraprese nei primi mesi del 2022 dovrebbero compensare almeno in parte questa situazione: gli investimenti degli operatori TLC hanno permesso di incrementare circa dell’80% la copertura della popolazione in NSA rispetto al 2021. Con le risorse del PNRR, verranno colmate alcune lacune di copertura delle porzioni di territorio meno popolate con nuovi siti, e verranno realizzati rilegamenti in fibra ottica per tutti i siti radiomobili che sono ancora collegati in ponte radio.
Il ruolo dei Cloud Provider nell’ecosistema 5G
Nello scenario di evoluzione della tecnologia 5G si iniziano a notare alcuni movimenti interessanti nel portafoglio dei grandi player che forniscono servizi cloud a livello mondiale. Se in Europa questi attori stanno stringendo alleanze con le telco, negli USA stanno invece lanciando delle offerte indipendenti. Si tratta di servizi ancora molto semplici e che difficilmente potranno rispondere alle esigenze delle grandi imprese, ma che rappresentano una soluzione adatta al contesto attuale. In questo modo i Cloud Provider stanno iniziando a costruirsi know-how e un ecosistema di partner, con l’intento di posizionarsi presso i clienti come innovatori anche in quest’ambito.
“Questa situazione non può lasciare indifferente l’ecosistema europeo nel suo complesso, – sottolinea Luca Dozio, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond – perché potrebbe rappresentare un cambio epocale lungo la filiera TLC, con i Cloud Provider che si affiancano agli operatori, contendendo a quest’ultimi i clienti. Nel momento in cui cambiasse la regolamentazione europea, i Cloud Provider che avessero già sviluppato un’offerta e un’esperienza presso i clienti, potrebbero intercettare la maggior parte del nuovo spazio di mercato, lasciando indebolite le filiere locali. Su questo fronte, quindi, serve una risposta da parte di tutto l’ecosistema europeo”.
Le reti private
All’interno del mercato industriale (B2b) nel 2022 cresce l’interesse verso le reti radiomobili dedicate o private, tipologia che già esiste in ambito 4G, ma che con il 5G diventa componente architetturale e strategica per operatori e utilizzatori, grazie a un ventaglio di nuovi servizi avanzati realizzabili. Le reti private 5G consentono copertura radio dedicata, utilizzo mirato e garantito delle risorse di rete focalizzato al servizio radio offerto, possibilità di utilizzare le infrastrutture cloud del cliente per realizzare un’architettura edge (vicino all’utente) efficace.
Nelle 27 nazioni dell’Unione Europea al momento ci sono 71 casi di deployment di rete privata/dedicata per il mercato B2b, sviluppati principalmente nei settori Manifatturiero (46%), Logistica (18%) e Trasporti (11%). “Nessun caso, però, è “Business Ready.”, quindi effettivamente in produzione – spiega Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio 5G & Beyond – Questo dimostra come si stia parlando di un mercato che non ha ancora individuato chiaramente l’applicazione che permette di realizzare il vero potenziale. Così come per il mondo B2b, anche per il B2c sembra esserci un’evoluzione dei progetti abbastanza contenuta rispetto a quanto ci si potesse aspettare osservando le caratteristiche e il potenziale della rete di quinta generazione”.
L’Open RAN
Tra le tecnologie per il 5G di maggior interesse si conferma l’Open RAN (Radio Access Network), cioè la possibilità di passare da un’architettura di rete monolitica gestita da un fornitore ad una composta da più blocchi funzionali gestiti da più attori indipendenti. Disaggregare le diverse funzioni di rete di accesso radio, insieme alla possibilità di utilizzare hardware (server) generico, consente di proteggere maggiormente l’investimento nelle reti radio di ultima generazione. Permette una migliore gestione dei costi, ma anche di svincolarsi dalla dipendenza da un unico fornitore di tecnologia. Inoltre, la disaggregazione del RAN consente in prospettiva di rendere molto più efficiente la rete radiomobile 5G dal punto di vista del consumo energetico: migliora l’alimentazione degli apparati e i consumi dei sistemi di raffreddamento delle sale che li ospitano.
Le applicazioni del 5G per il B2c
L’Osservatorio ha censito 135 use case B2c 5G in Francia, Germania, Italia, Spagna e Stati Uniti. Il maggior numero si concentra nei settori dell’Intrattenimento & Gaming, grazie alla possibilità di fruire di nuovi servizi (ad esempio il cloud gaming), e dello Sport, in cui si punta ad arricchire l’esperienza dello spettatore, ad esempio tramite l’utilizzo della Realtà Aumentata all’interno dello stadio per visualizzare informazioni aggiuntive in tempo reale. Entrambi i settori si collocano al 33%. Anche Arte, Turismo & Hospitality (22%) fa dell’arricchimento dell’esperienza il servizio di punta, in particolare grazie all’utilizzo di Realtà Aumentata o Virtuale per la ricostruzione digitale dei siti storici. Infine, troviamo il settore dell’Education (12%).
*L’edizione 2022 dell’Osservatorio 5G & Beyond è realizzata con il supporto di Accenture, BIP Consulting, Comarch, Eni, Huawei, Mavenir, TIM, Vodafone Italia; Athonet, Cellnex, INWIT, Lutech, Nokia, OpNet S.p.A, Prysmian Group, Siemens S.p.A., Sirti SpA, Telebit S.p.A., Wind River; Anitec-Assinform, Asstel.
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Barbara Balabio
Ufficio stampa Osservatori Digital Innovation del Politecnico di MilanoScopri altri contenuti di 5G & Connected Digital Industry