L’internazionalizzazione delle PMI: tra digitale, sanzioni e nuovi scenari macroeconomici

Gli scenari economici e sociali sono in forte evoluzione, da un lato accelerati dall’emergenza pandemica da cui stiamo cercando di uscire e dall’altro dalla guerra russo-ucraina.

Le due emergenze si innestano su alcune rivoluzioni in corso a livello globale, che stanno dettando le traiettorie anche del prossimo futuro: cambiamento del potere globale (la ricchezza si sta spostando verso l’Asia), industria 4.0, ambiente e sostenibilità, evoluzione dei consumi, minore ricchezza delle famiglie, in decrescita significativa dal 2009 in poi. A ciò, si affiancano due ulteriori elementi:

·                gli investimenti globali in ricerca e sviluppo, guidati da USA, Cina, Giappone, Korea, Germania, Israele, nord Europa e, Singapore, vedono già oggi la quota di produzioni knowledge intensive coprire oltre l’80% delle produzioni manifatturiere globali (fonte Banca Mondiale);

·                le barriere commerciali alzate con misure restrittive che, solo nel 2019, secondo i dati della Commissione Europea, sono state 438 nei confronti degli scambi europei per un valore di 35 miliardi di euro.

Se immaginiamo di guardare dall’alto le traiettorie in corso, vediamo dispiegarsi un labirinto a complessità crescente, senza vincitori e vinti, caratterizzato da sfide geopolitiche e conflitti militari, elevata inflazione, carenza di manodopera e aumenti salariali, crescita dei prezzi delle commodities, interruzione delle catene del valore, politiche restrittive, aumento dei tassi di interesse.

La situazione sottopone a una forte pressione le PMI, che rappresentano l’asse portante dell’economia italiana e che sono parte di quel sistema di filiere corte, che hanno rappresentato da sempre un modello di resilienza in Italia ma non solo.

Gli operatori export mappati da Istat sono 136.000 (3,09% del totale), che nel 2022 hanno esportato beni e servizi per circa 700 miliardi, cioè più del 30% del PIL nazionale. Sempre da Istat si evince che circa 20.000 imprese (0,45% del totale) sviluppano l’80% dell’export.

Ulteriore dato di contesto è che il nostro export è prevalentemente (oltre il 50% – Fonte ISTAT) sviluppato all’interno dell’Unione Europea, un mercato interno con regole IVA comuni e senza barriere.

È chiaro che il sistema export rappresenta un tassello importante per il sistema economico italiano, come pure il sistema pubblico a supporto delle PMI. Molto è stato fatto ma molto si può fare anche in relazione alla situazione di contesto: non intendo con contributi a pioggia ma mi riferisco a supporti concreti nella transizione energetica, nella prosecuzione del sostegno all’industria 4.0, nell’agevolazione per lo sviluppo di mercati lontani.

Nel sistema di supporti alle PMI dovrà avere sempre maggiore spazio la digitalizzazione, che può dare maggiore efficienza alle PMI nell’approccio ai mercati internazionali. L’analisi dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) elaborato dall’Unione Europea, fornisce un quadro specifico sulla situazione delle PMI italiane:

  • solo il 9% (contro una media europea del 14%) utilizza i big data;
  • il 6% effettua vendite internazionali (contro l’8% della media UE);
  • solo l’11% delle PMI utilizza le vendite online, contro una media UE del 17%.

L’uso delle piattaforme per le videochiamate sono uno strumento a basso costo che crea l’opportunità di interfacciarsi a livello globale in tempo reale. L’impiego di queste piattaforme ha ridotto in modo sensibile i viaggi di business o comunque li ha riorganizzati profondamente; in passato le fiere erano i luoghi di incontro con clienti lontani, oggi le piattaforme sono lo strumento quotidiano di incontro e scambio. Tutto ciò cambia la modalità di interconnessione e ne aumenta la velocità.

La digitalizzazione, però, porta con sé una serie di fattori oggetto di attenzione: dalla necessità di avviare un aggiornamento costante alla scelta di tecnologie più adatte, dall’opportunità di monitorare i risultati alla necessità di unificare database clienti, agenda di prenotazione, presenza digitale, vendita online, campagne advertising, social network, analytics.

Anche queste sono sfide che le PMI nostrane dovranno raccogliere, sviluppando alleanze e politiche collaborative all’interno delle filiere di appartenenza.

A cura di

RC

Roberto Corciulo

Partner, IC&Partners

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