Rallenta il mercato dell’agricoltura 4.0, 2,3 miliardi di euro (-8%)

Il 41% delle aziende agricole usa soluzioni smart

 

  • Calano gli investimenti su macchinari e attrezzature agricole, crescono software gestionali, DSS, sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni
  • La superficie italiana coltivata con tecnologie digitali si attesta al 9,5% del totale
  • Cresce la consapevolezza dei benefici ma solo l’8% delle aziende agricole è digitalmente matura

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Nel 2024, il settore agricolo è stato messo a dura prova da diversi fattori, primo fra tutti il cambiamento climatico con il suo impatto su produzioni e prezzi. In questo contesto, il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 ha segnato per la prima volta un rallentamento: -8% rispetto al 2023, assestandosi a 2,3 miliardi di euro, con un calo in particolare degli investimenti in macchinari (29% del totale del mercato) e attrezzature (26,5% del totale), mentre continua la crescita delle soluzioni software come FMIS (Farm Management Information System, 13,5 % del totale), Decision Support System (DSS, 9,5% del totale), sistemi di monitoraggio e mappatura dei suoli (9% del totale) e delle colture (9% del totale) che, tuttavia, non compensano il calo degli investimenti legati all’hardware.

Il rallentamento del mercato di Agricoltura 4.0 è causato dalla flessione dei redditi agricoli, dagli investimenti già realizzati negli scorsi anni, ma anche della riduzione degli incentivi pubblici. In Italia, infatti, l’84% delle aziende agricole utilizzatrici di soluzioni 4.0 ha già usufruito di almeno un incentivo e gli stessi provider tecnologici (81%) ritengono che le agevolazioni pubbliche negli ultimi anni siano state un fattore chiave per la crescita.

A fronte del rallentamento della spesa complessiva, nel 2024 la superficie italiana coltivata con soluzioni 4.0 è risultata quasi stazionaria, passando dall’9% del 2023 al 9,5% del 2024. L’adozione delle tecnologie si è infatti intensificata tra le aziende che ne erano già utilizzatrici, mentre è cresciuta poco la quota di nuovi investimenti.

Il 41% delle aziende agricole italiane adotta oggi almeno una soluzione di Agricoltura 4.0 (considerando i software gestionali, la % sarebbe ben più alta), il 29% due o più. Il livello di digitalizzazione aumenta con le dimensioni aziendali e quando le aziende fanno parte di gruppi di produttori o consorzi o cooperative (il 38% delle aziende agricole “semplici” utilizza soluzioni di Agricoltura, contro il 44% di quelle che sono parte di cooperative e il 55% di organizzazioni di produttori).

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia*, presentata oggi durante il convegno “Smart agrifood: è tempo di una nuova consapevolezza!”, nel quale è intervenuto in apertura tramite video messaggio il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.

L’Osservatorio Smart Agrifood è uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management (www.osservatori.net) che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

Nel 2024, abbiamo assistito per la prima volta ad un rallentamento del mercato dovuto perlopiù ad un calo negli investimenti in macchinari agricoli, anche se è significativo osservare una crescita delle soluzioni software – spiega Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood. È ormai evidente che la sfida della digitalizzazione delle filiere agroalimentari passa in primis dal settore primario, con un ruolo importante di consorzi, cooperative e aziende della trasformazione che potranno guidare le varie realtà della produzione agricola nell’adozione di soluzioni digitali, attraverso una maggiore valorizzazione economica ed enfasi sulla qualità delle produzioni realizzate da tali attori”.  

Il cambiamento climatico rimane in cima alle principali preoccupazioni degli stakeholder del settore agroalimentare italiano, seguito dalla volatilità dei prezzi, dalla bassa redditività dell’agricoltura e dallo stato dei suoli e della biodiversità – afferma Chiara Corbo, Direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood. In uno scenario così articolato, l’innovazione digitale si conferma strumento chiave di resilienza e sostenibilità. Le analisi di casi di applicazione in campo di soluzioni digitali in diversi Paesi europei evidenziano chiari benefici per gli agricoltori in termini di sostenibilità. Ad esempio, se l’utilizzo di DSS su grano duro in Turchia ha consentito di diminuire del 35% l’azoto apportato alla coltura e incrementarne la resa del 6%, in Italia, su una coltura di pomodoro da industria, grazie all’uso di DSS e stazioni agrometeorologiche è stato ottenuto un beneficio netto di 400 euro per ettaro, frutto di un aumento di resa e di un risparmio di input agronomici”.

 

La digitalizzazione delle aziende agricole

Rispetto al passato, si assiste a un’evoluzione delle ragioni che spingono le aziende agricole a investire in soluzioni digitali. L’ottimizzazione di input e fattori produttivi – il bisogno principale espresso negli scorsi anni – oggi è superato dall’esigenza di una migliore capacità previsionale (41%), dalla necessità di migliorare le attività di controllo e gestione dell’azienda (38%), dal bisogno di migliorare la pianificazione delle attività (32%) e da quello di accrescere la consapevolezza su quanto accade nell’impresa (31%).

Queste tendenze evidenziano un crescente livello di consapevolezza circa il paradigma dell’Agricoltura 4.0 da parte delle aziende agricole, che cominciano a percepirne concretamente i benefici a tutto tondo e non solo in campo, anche se occorre evidenziare che solo l’8% delle aziende agricole è effettivamente “maturo” dal punto di vista digitale, mentre il 35% è “in cammino” e ben il 57% è in ritardo. Tra le aziende in ritardo, più del 90% è completamente fermo, cioè non ha ancora investito in soluzioni digitali e non è nemmeno sicuro di farlo nei prossimi anni.

 

La sfida digitale dell’agroalimentare

Da un’analisi sulle direzioni dell’innovazione digitale delle principali aziende italiane dell’agroalimentare, emerge che il processo di digitalizzazione del settore è rallentato innanzitutto dalla scarsa interoperabilità delle soluzioni adottate e dalla carenza di competenze, a cui si accompagnano una generale mancanza di sensibilità, la resistenza al cambiamento nel management e le ridotte dimensioni aziendali, ancora determinanti.

Guardando al futuro, i tre fattori che avranno un impatto importante nella diffusione del digitale secondo le aziende agroalimentari sono gli incentivi pubblici, la crescente consapevolezza dei benefici e la collaborazione tra gli attori della filiera.

 

Le startup

Il contesto macroeconomico non ha impedito la nascita di nuove startup, l’espansione verso nuovi ambiti applicativi e le sperimentazioni sulle tecnologie più innovative, in particolare quelle legate all’Intelligenza Artificiale e Machine Learning. A livello globale, a fronte a una generale contrazione degli investimenti in startup – dimezzati, rispetto al 2022, arrivando a 8,5 miliardi di dollari nel 2024 – si osserva l’aumento del numero di nuove realtà che propongono soluzioni digitali per il settore (+7%), soprattutto riferite al mondo agricolo. Emergono nuove aree di applicazione, come l’Agri-Fintech (3% delle startup per numerosità e finanziamenti) che include realtà impegnate nello sviluppo di soluzioni digitali per favorire l’accesso al mercato per gli agricoltori, la modernizzazione dei pagamenti, la creazione di marketplace, la gestione efficiente del rischio e delle assicurazioni.

 

L’AI nell’AgriFood

Le tecnologie di Intelligenza Artificiale sono tra quelle a cui il settore guarda con maggiore interesse. È cresciuto il numero di startup che offrono soluzioni abilitate da Intelligenza Artificiale e Machine Learning (+24%), così come il numero di soluzioni di Agricoltura 4.0 presenti sul mercato italiano basate su tali tecnologie (circa 1/3 del totale delle nuove soluzioni proposte sul mercato nel 2024). Nel settore primario, l’AI viene sfruttata per la gestione delle attività in campo, la protezione delle colture e il controllo dei fattori di produzione (come agrofarmaci e acqua). Nella trasformazione, l’AI trova applicazione soprattutto nel monitorare e gestire la sostenibilità e la qualità dei prodotti. Tra le applicazioni più interessanti, vi è la protezione delle produzioni di qualità, come le DOP e le IGP.

 

Il Carbon Farming

Dall’analisi di 435 progetti internazionali di carbon farming nel comparto agroalimentare emerge che il 39% si concentra in Nord America, il 33% in Asia e il 18% in Europa, mentre il restante 10% in Centro-Sud America, Africa e Oceania. Considerando il numero di crediti erogati, la Cina mantiene il primato (43%), seguita dagli Stati Uniti (40%). In un mercato ancora in definizione, un ruolo rilevante è giocato dalle startup digitali, che propongono soluzioni per supportare soprattutto le operazioni di monitoraggio e verifica del carbonio stoccato nei suoli, ma anche lo scambio dei crediti di carbonio. Tra le soluzioni maggiormente proposte, ci sono quelle di analisi di dati e big data (45%), i sistemi di mappatura basati su immagini e dati satellitari (40%) e le soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale e Machine Learning (25%). Le startup con offerta digitale attive sul tema del carbon farming sono il 5% del totale delle startup globali con offerta digitale nel settore agroalimentare e raccolgono il 5% del totale dei finanziamenti

 

*L’edizione 2024 dell’Osservatorio Smart Agrifood della POLIMI School of Management e del Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia è stata realizzata con il supporto di AlmavivA, COBO Group, Enapra – Confagricoltura, iFarming, Image Line, RINA, Rurall, xFarm Technologies, Agricolus, Bayer, BPER Banca, Gruppo Iren, GS1 Italy, Hypermeteo, Lutech, PIXAG, Reale Mutua Assicurazioni, RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, Rural Hack, Yara, Zoogamma, Alleanza delle cooperative italiane, CAI Agromec, CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, Cluster Agrifood Nazionale CLAN, Coldiretti, Confagricoltura Lombardia, Federalimentare, Federunacoma e UNCAI. E’ stata realizzata anche con il supporto di CDP – Cassa Depositi e Prestiti.

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Barbara Balabio

Barbara Balabio

Ufficio stampa Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano
PO

Piero Orlando - d'I Comunicazione

d'I Comunicazione
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